martedì 4 marzo 2014

A me gli occhi

Io credo che quando mi passerà tutta la vita davanti agli occhi, quando la rivedrò ben bene tutta e penserò, 
qui hai sbagliato, qui hai fatto bene, certo che quel colore ti sbatte proprio, ma come hai fatto a comprare la Fiat per due volte consecutive, non avevo i soldi, ah, già 
e tutte quelle cose che si pensano quando ti passa davanti agli occhi tutta la vita, almeno per un buon sessanta per cento del totale vedrò me stessa che aspetta una mail.

Ci scommetto. 
Io, davanti al computer, che aspetto una mail. 

Certo dovrei credere a quella cosa che ti passa davanti tutta la vita.

Secondo me sarà più una questione di attimi, di sguardi.
Ecco sì, secondo me ci saranno solo gli sguardi.

Perché di certi sguardi non ti puoi scordare, ti rimane tutto intrappolato negli occhi. 
A volte ti fanno paura.

Come quelli del mio macellaio.

Il mio macellaio soffre di un grosso strabismo. 
Ma non di quel tipo che, senza aver nessuna nozione di oculistica, definirei convergente sul naso. No, l’occhio destro del mio macellaio punta in alto, all’infuori, verso destra e quello sinistro, in basso, all’infuori, verso sinistra. Be’, direte voi, e cosa c’è da aver paura?

Bene, immaginatevi la scena, quattro persone nel negozio, quattro clienti come te, disposti nei quattro punti cardinali, e il macellaio con quei suoi due occhi fissi su due punti diversi contemporaneamente,

- Tocca a te, vero? Dimmi pure.     

E noi quattro lì, che ci guardiamo negli occhi al di là della vetrina e che non sappiamo davvero cosa dire. Che non sappiamo proprio se rispondere. Dirà a me? Dirà a lui? 

- Dimmi, dimmi pure.

E allora tu cominci con la paura negli occhi di chi non sa se sta facendo bene, 
- ecco io vorrei, io vorrei…
Cambiare macellaio, l’unica cosa che potevo fare perché a certi sguardi non puoi resistere.

A volte invece sono sguardi di felicità come quando a Natale ho ricevuto quel pesce rosso che desideravo tanto e ho chiamato “Avevo Detto Che Volevo Un Cane” tutto attaccato, 
hai cambiato l’acqua ad AvevoDettoCheVolevoUncane? 
Hai dato da mangiare ad AvevoDettoCheVolevoUncane?
Hai portato a spasso AvevoDettoCheVolevoUncane?
Ancora mi ricordo, fantastico.

Ma lo sguardo che son sicura mi rimarrà più impresso è uno che in realtà non so nemmeno decifrare appieno: un misto di stupore ed incredulità, ma anche disapprovazione e disgusto, ed è lo sguardo che si è materializzato sulla faccia dei miei genitori quando ho detto loro che avrei fatto Scienze della Comunicazione. 

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