martedì 30 settembre 2014

Sono in ritardo


Sono in ritardo per il post di oggi, lo so.

Di solito lo metto la notte, dopo mezzanotte che sembra lunedì ma invece è martedì.
Mi piace questa cosa. La sorpresa.
Comunque è andata così.

Sono in ritardo. Lo so.
Che alla fine è molto meglio di avere un ritardo. 
Almeno per me. 
E anche per un mio possibile figlio che sarebbe costretto a stare con me che sono sempre in ritardo.

A volte, la mattina, non sono in ritardo ma già so che sono in ritardo.
Tipo che devo essere in ufficio alle nove e sono le otto e cinquantanove e non sono in ritardo per un minuto ma sono ancora in pigiama. Quindi non sono in ritardo ma sono già in ritardo, insomma.

In gioventù era proprio una prassi,
"allora contando che sono le cinque 
e alle cinque e venticinque devo incontrare la Marta e Giovanni al parcheggio, 
parto da casa alle cinque e tre quarti".

Un classico.

Poi mi son trovata senza amici. Che non so se la Marta e Giovanni si erano stancati dei miei continui ritardi o se erano davvero partiti alle cinque e venticinque.
Chissà.

Ma anche adesso del resto questa cosa del ritardo mi sta dando problemi: oggi ho letto il mio oroscopo, 
"questa sarà la migliore settimana di tutta la tua vita". Era della settimana scorsa.


Immagine Tumblr 

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martedì 23 settembre 2014

Tutto quello che dovete sapere sulla Scuola

Allora,
è ricominciata la scuola.
E da un po’ direte voi.
E quando mai sono sul pezzo, vi rispondo io.

Per quello poi che c’è da dire sulla scuola.
Niente.
Anzi no, l’unica cosa che c’è da dire sulla scuola è no.
No.

L’unica. 

No.

A domanda quindi rispondete no.

- Cosa c’è da dire sulla scuola?
- No.

- Scuola?
- No.

Che anche a comprensione del testo non ci siamo proprio e così sottolineiamo che la scuola proprio no.
Signore, signori, la scuola no.

Poi altra cosa che potete dire è che chi ha fatto il Classico dice che ha fatto il Classico. 
O anche il Ginnasio. Chi ha fatto il Classico non vede l’ora di dire Ginnasio. Che a volte lo forzano pure come tempistica,

- Eh era l’anno della patente: avrò fatto la quarta ginnasio.
- Ma come? A diciotto anni?
- Eh sì, ero al ginnasio.

Oppure, 

- eh mi sono sposato a trent’anni, in terza ginnasio.
- Ma come?
- Eh sì perché se tu conti che…

Comunque se vi posso dare un consiglio non contradditeli sugli anni e sul contare gli anni e sul contare qualcosa in generale quelli del Classico che, si sa, tanto bravi su tutto ma dategli da contare qualcosa e vi sembreranno me, che non ho nemmeno fatto il Classico.

Infatti, dicevo, chi come me ha fatto lo Scientifico dice che ha fatto il Liceo e spera che gli altri pensino al Classico.
Nessuno dice, 
“quando ero allo Scientifico”.
Nessuno.

Tutti gli altri invece dicono superiori.
"Ho fatto le superiori".

E gli riconosci da chi ha fatto il Liceo o il Classico perché quando scrivono al computer non guardano la tastiera.

Stop.
Ecco cosa si può dire sulla scuola che è appena iniziata.
Basta.

Che tanto non è basata sul merito lo sappiamo.


E per fortuna, dico io, ché se non fosse così sarei ancora in prima Liceo con la mia tuta dell’Adidas in acetato a correre per quel dannato test di Cooper.

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Immagine di Sheldon Cooper biecamente utilizzata nella speranza di attirare più visitatori al Blog 

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martedì 16 settembre 2014

Say HEY

Incontro mio nipote per strada e lui nemmeno mi saluta.

Fa proprio finta di non vedermi.
Io “ciao Marco” e lui niente, tira dritto.

Questa volta non ha nemmeno una scusa: pieno giorno, strada stretta in cui c’eravamo solo io, lui e una tipa insieme a lui che tra l’altro mi ha pure salutata quindi è impossibile che lui non mi abbia visto.

Io non dico che si dovesse fermare a parlare con me, ci mancherebbe altro.
Non pretendevo nemmeno un "come stai? Oh Robi, come stai, tutto bene? I tuoi? Il Lavoro? Tutto ok?"
No, no. Per carità, non voglio rubargli del tempo.
Ma dai, un "ciao".

- Ciao Marco.
- Ciao Robi.
Punto.

Roberta toh, se Robi può sembrare troppo confidenziale. 
Anche se solo due giorni fa siamo andati al ristorante insieme e oggi pensi che Robi sia troppo confidenziale. Ma va be', ci può stare.

Non lo so, forse si vergogna di me.
Non lo so davvero.
Comunque ora basta. 
Quella di oggi è stata l’ultima volta, non lo saluterò più nemmeno io: così vediamo chi di noi ha davvero due anni. 

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Immagine Tumblr 

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martedì 9 settembre 2014

Speriamo

In questo periodo di incertezza generale, in cui le unioni sentimentali durano un battito di ciglia o poco più, dovremmo essere tutti d’accordo su alcuni punti secondo me imprescindibili per andare avanti che, sempre secondo me, si possono riassumere in,

se è senza uova non è una frittata. Non può esserlo. Smettetela di chiamarla “frittata senza uova”, non state dicendo nulla. 

- Ho cucinato una “frittata senza uova” e Gianni mi ha detto che era buonissima.

Gianni mente, cara mia e quando ti ritroverai a piangere in bagno pensando,

"Gianni diceva sempre che ero l’unica per lui", ricordati della “frittata senza uova” e che ha fatto bene a lasciarti.
La frittata senza uova non esiste. È l’antimateria. Basta. 

Poi, quando due si lasciano perde chi per primo si iscrive a yoga.
Non ci sono scuse che tengano: se ti lasci e poi ti iscrivi a yoga per primo, hai perso.

Non importa che tu dica 
“devo trovare il mio equilibrio”, oppure “mi fa sentire meglio” o peggio, “l’ho fatto per questa contrattura che ho qui alla scapola destra”, che anzi se inizi con la scusa del “mi fa male qui” ci passi pure per vecchio e hai perso due volte, o tutte le altre scuse che puoi trovare, no, hai perso tu”. 
Aspetta, quindi. 
Aspetta che lo faccia l’altro. Oppure iscriviti ma sappi che hai perso.

E tu dirai “ma non abbiamo più quindici anni: non possiamo fare questi giochetti”.

Certo, hai ragione, non possiamo: però hai perso tu. 
E aggiungerò anche un “gne gne gne”. Così, perché hai perso.

Infine quando forse anche grazie allo yoga ritroverete l’amore ricordatevi che è amore solo se gli piacciono le tue fototessere.

Perché l’amore è cieco. Speriamo.

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Immagine Lynn Terry Photography

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martedì 2 settembre 2014

Eccomi

Eccomi.
Sì, lo so, sono stata via e a voi non è cambiato nulla. 
Lo so, lo so.
Non vi siete nemmeno accorti.
Lo so, lo so.

Ma tranquilli, questo non vuole essere un post su me che mi piango addosso e che penso a quanto la mia vita faccia schifo e tutta quella roba lì. 

No.
Easy.

Questo è un post sul mare.

Sì, perché in questi giorni sono andata al mare.
E poi a me piace un sacco il mare.
Io mi sento proprio bene al mare.

Tipo che ogni volta che vado e sono dentro l’acqua e mi rilasso e sto bene penso,
“ahhhh, certo che potrei anche morire adesso per quanto sto bene”,

che forse detta così non è proprio una cosa bella da pensare ma serve per farvi capire quanto mi piace il mare. 
Cioè tipo che ci morirei al mare. 

Che continua a non essere una cosa bella da pensare ma tant’è.

Va be’ comunque il mare mi piace. 
Mi piace tutto del mare,
la spiaggia, le onde, i gabbiani, l’acqua, i sassi, l’azzurro, le barche, il sole, gli scogli.

Non lo so, mi fanno sentire in pace col mondo.

Come quando mia madre mi aspettava sul bagnasciuga e mi urlava che dovevo uscire dall'acqua perché era freddo e mi diceva di controllare le mani perchè sicuramente le avevo tutte rugose, perché era troppo tempo che stavo in acqua. 

Lei mi aspettava con l’asciugamano pronta ad acchiapparmi e mi avvolgeva e mi stringeva forte, 
"vieni da mamma ché è freddo", 
mi diceva e poi, 

"dai dai dai, asciugati" 

e mi stringeva ancora più forte e io le dicevo, 

"hai visto che tuffi che ho fatto?",

 e lei, 

"sì sì li ho visti: sei proprio brava", 

e io, 

"poi hai visto che ho nuotato fino a lì?", 

"sì sì l’ho visto, l'ho visto. Dai asciugati adesso che prendi freddo e poi ti viene la tosse, anche i capelli, dai",

e mi stringeva ancora più forte ed era bellissimo.

È successo l’altro ieri.

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Immagine tratta dal film "La prima cosa bella" prima di tutto perché è un bel film che vi coniglio di vedere poi anche perché nella scena finale spiega quella cosa dell'asciugamano meglio di me.

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