martedì 25 dicembre 2012

Che bello il Natale


Che bello il Natale.
A me piace il Natale.
Tutti a dire che le feste sono noiose, che ormai è solo consumismo.
E invece a me piace il Natale.

Il motivo è forse uno solo: a Natale torno a casa dai miei genitori.
Tutto il resto dell'anno lontani e a Natale ci si rivede tutti.
Il Natale per me vuol dire famiglia. 
Che bella, la famiglia. È una vera fortuna.
Una settimana intera, se non di più. 
E stiamo sempre insieme. E li ho tutti per me.

Posso parlare con mio padre:
- Allora Roberta come va questo lavoro? È da parecchio che sei lì, ancora non cambia niente? Se avessi accettato quell'offerta di quel mio amico a quest'ora avresti già una casa. Ma io non mi voglio intromettere.
- Eh già.

Rivedo mia madre:
- Hai tagliato i capelli?
- Sì, mamma. Ti piacciono?
- No. Ma sei ingrassata dall'ultima volta o sbaglio?
- Eh non saprei. Credo di no.
- Saranno quei capelli, ti fanno grassa.
- Eh già.

Poi, sempre insieme, andiamo a trovare i parenti di mio padre: lo sapevate che son tutti sposati con figli? Io sì. 
Poi passiamo da quelli di mia madre, una famiglia molto particolare la loro: sono tutti laureati col massimo dei voti. In medicina. E hanno un buon lavoro. A tempo indeterminato. Tutti. Anche l'ultimo arrivato, Giacomo, sei anni, un vero e proprio genio, la sua storia è finita sui giornali, forse ne avrete sentito parlare.
E tutti si interessano di me, della mia vita e mi domandano cosa faccio che sai non ci vediamo mai e dobbiamo recuperare.

Ecco perché a me piace il Natale, perché vuol dire famiglia e stiamo tutti insieme ed proprio a  Natale che mi ricordo di quanto sono fortunata io, ché li rivedo solo a Natale.

Buon Natale a tutti ragazzi :)

Natale, auguri, feste, famiglia, Buon Natale

martedì 18 dicembre 2012

Le prime due apocalissi sono state un flop


Non aspettatevi molto da questi Maya.
No, ve lo dico per esperienza: 
questa è la mia terza fine del mondo
le prime due sono state un flop e se tanto mi dà tanto, anche questa non sarà da meno.

La mia prima apocalisse è stata nel 2000, non avevo ancora compiuto 18 anni, ero giovane ed ingenua. 
Capodanno del 2000 e tutti la aspettavamo da sempre.
Colpa della Scuola che ogni volta ricomincia dal Medioevo e dalla paura dell'anno Mille senza arrivare mai ai giorni nostri, forse è per questo che sappiamo tutto sulla portata distruttiva della peste bubbonica e niente, nemmeno una parola, su 14 anni di governo Berlusconi. Ma tant'è. Eravamo innocenti e spaventati, ci ripetevamo "eh, ti immagini, gli antichi si sono sbagliati: non era l'anno Mille ma questo qui?". 
E così abbiamo affrontato questo vuoto cosmico in bilico fra la paura per una fine imminente e dolorosa e il sollievo di non dover fare i compiti per le vacanze, perché sotto sotto ci credevamo un po' tutti che dovesse accadere. 
Adesso questa cosa può far sorridere ma allora no. 
Era la fine degli anni '90 e vestivamo con pantaloni anni '70. 
La crisi c'era già ma nessuno ci credeva. 
C'erano gli sms ma si pagavano e i cellulari avevano i tasti. 
Non c'era l'internet. Cioè c'era, ma non era così: 
"ci siamo conosciuti online" equivaleva a dire "sì, sto uscendo con un serial killer".
Non c'era Facebook e i Social Network in generale: lo so, sembra strano che si potesse vivere anche senza ma tant'è, la fine del mondo non arrivò. 

La mia seconda apocalisse è stata quella del Maggio scorso, più recente e repentina.

I giornalisti l'avevano annunciata non senza un certo sarcasmo, in Marzo.
"Il mondo non finirà il 21 Dicembre" avevano titolato, e noi avevam tirato un sospiro di sollievo ché infondo a questa vita siamo tutti un po' legati. 
Per poi proseguire: "gli scienziati hanno fatto male i conti, finirà in Maggio"

Ma come Maggio?! Ma è troppo presto, Maggio: uno non ha il tempo di fare niente in un mese. E allora pensi a tutte quelle cose veramente alternative che avresti voluto fare ma che non hai mai fatto: il Cammino di Santiago, la cameriera a Londra, iscriverti ad un corso di cucina o di fotografia a scelta, saltare le lezioni del corso di cucina e di fotografia a scelta. 
Cioè, magari le puoi fare in un mese ma devi sbrigarti. Davvero. Sveglia.

Ma tant'è, avete fatto bene se non vi siete disperati troppo, niente di fatto nemmeno questa volta e infatti dopo Maggio è arrivato Giugno, poi Luglio ed Agosto con il suo caldo infernale. E poi Settembre, Ottobre, Novembre e con esso la mia vecchiaia nel vedere bei giovanotti in Jeans stracciati e riuscire solamente a pensare 
"ma non hai freddo?! Copriti, ti prego".

E quindi ve lo dico per esperienza, non aspettatevi niente da questa fine del mondo, non aspettatevi niente da questi Maya: infondo se non sono nemmeno riusciti ad arrivare al 2012 qualcosa vorrà pur dire. 
Anzi dovremmo prenderlo come monito: 
mai accettare lezioni sulla fine del mondo da chi si è già estinto.

apocalisse, Maya, fine del mondo, flop

martedì 11 dicembre 2012

Il regalo di Natale


Ho già comprato il regalo di Natale per mia madre e conto di farle una gran bella sorpresa. 
Ah quest'anno sarà proprio contenta.
Io che di solito non so mai cosa fare e mi riduco all'ultimo momento, quest'anno ho avuto una vera e propria illuminazione: il regalo perfetto per mia madre l'ho sempre avuto davanti agli occhi e non me ne sono mai accorta. 
Una grande illuminazione, come vi ho ho detto, e non siamo ancora a metà Dicembre.

Non so da voi come funziona ma da me, albero e Presepe si fanno l'8 ed è proprio guardando quest'ultimo, il Presepe, che mi è venuta l'idea.
- Mamma, abbiamo un problema- ho pensato.
Okkey, manteniamo la calma, ma a guardarlo bene il bambinello è talmente più grande rispetto a tutti gli altri personaggi che non mi stupirei se appena ci distraiamo un attimo accoltella il bue, accende un fuoco nella mangiatoia e si sfama proprio lì, davanti ai re magi, che a quel punto potrebbero anche intimorirsi un po', penso io.

Comunque a guardarlo bene tutto il Presepe è un'accozzaglia spaventosa. Passi per le sorpresine della Kinder, i paciocchini e tutte quelle altre cose che generalmente si ritrovano sparse nel Presepe di ogni buona famiglia ma, davvero, le dimensioni, sono tutte sbagliate. Ora, io non sono del settore ma così non può proprio andare: zampognari enormi che abitano in case minuscole, pescatori dieci volte più grandi dei laghi in cui lanciano l'esca, pecore mastodontiche, pastori microscopici. E cose così insomma.

Ed eccola, finalmente, l'illuminazione di cui vi parlavo: tutto questo che vedo davanti ai miei occhi che potrebbe essere preso ad esempio come la traduzione natalizia di "le dimensioni non contano" altro non è che il segnale lanciato da mia madre affinchè le compri un Presepe nuovo. Quello in ceramica. Quello di una famosa ditta che basta dire il nome. Quello che ogni volta che passiamo davanti al negozio mi dice - che bello questo Presepe, questo qui rosso. Che ne dici Robi, starebbe bene al posto del nostro che oramai è vecchio e da buttare?! Mammamia cosa darei per averne uno. Venderei un figlio se potessi. No vabbé, era per dire, non prendertela a male e poi al limite a te ti tengo, scambio tuo fratello. Comunque, mi piacerebbe tanto riceverlo in regalo-.
Che stupida che sono stata tutti questi anni a non rendermene conto: in ansia fino alla Vigilia non sapendo proprio cosa regalarle quando ciò che le serviva era sotto gli occhi di tutti.
E così quest'anno:
- Eh mamma, chissà, magari Babbo Natale ti ha ascoltato questa volta.
- Nooo Robi, dici davvero?
- Eh non so, vedremo, basta aspettare, no?! Mi sa che quest'anno avrai una bella sorpresa.
- Ahh amore di mamma, non vedo l'ora.

Ho già comprato il regalo di Natale per mia madre e mi sa che lei ha già capito di cosa si tratta, pensa che grossa sorpresa quando scoprirà che è un libro "Prospettiva: le regole, la pratica".

Regalo Natale, Presepe, Natività, Madre



martedì 4 dicembre 2012

Io sbaglio le conclusioni


- Ah, che barba.

Ma non nel senso di
- ah, che noia.
Nel senso di
- ah, che bella barba che hai.

Eh sì, lo devo ammettere: mi piace la barba,
è un mio punto debole.
Prendi un tipo qualsasi, se è brutto anche meglio.

Ecco sì, prendi un tipo brutto e a me sarà del tutto indifferente.
Cioè, ci parlo ma niente di più, se lo incontro per strada posso anche salutarlo ma finisce lì, sì insomma, sono quel tipo di persona che, oddio non mi viene la parola, aspetta, com'è che dite voi?! 
Ah sì, superficiale.
Ecco, proprio così, sono una persona superficiale e di sicuro non sono pronta per qualsiasi tipo di rapporto che non si basa sull'aspetto fisico. Che ci posso fare?! Mi devo accettare così come sono.

Comunque dicevamo, prendi un tipo brutto, mettigli una barba addosso e voilà, sono già ai suoi piedi, totalmente in balia di questo fascino posticcio tanto che mi accorgo di fare cose che senza barba non farei, come ad esempio

ridere a battute che non fanno ridere.

- Robi, la sai qual è la macchina dei radiologi?
- No.
- L'Astra.
- AHAHAHAHAHAHAHAH. Troppo forte questa!

Farmi prendere la mano.

- Sai cosa ci starebbe bene con quella barba? Una pipa. E una giacca di tweed. E un setter inglese. E un caminetto acceso che riscalda l'intero casolare. E un paio di bambini che giocano a campana nel cortile.
- Robi, aspetta un attimo, ho detto che posso farmela crescere un pochino però vorrei continuare a vivere nel 2012.

Soprassedere sul fatto che sia poco igienica e che dentro ci si possa trovare di tutto.

- Ehi amore, aspetta un momento, cos'hai qui? Ah è il biglietto del concerto dei Nirvana: Febbraio 1994
- Ah ecco dove l'avevo messo, grazie amore se non ci fossi tu.

Mi piace la barba e non posso farci niente,
quasi quasi me la faccio crescere. 

Barba, Superficiale, Nirvana

martedì 27 novembre 2012

Le parole sono importanti


Quando ormai ero già sicura che niente sarebbe mai cambiato 
e mi ero arresa al è sempre tutto uguale 
ecco che lo vedo. 
Finalmente.
Che poi alla fine è anche semplice, croccante fuori, 
prosciutto cotto 
e un cubo di formaggio al centro 
che appena si scioglie avvolge tutto il panino.

Ah sì, sono in autogrill.
Ah sì, è ora di pranzo.
Ah sì, sto morendo di fame.

Ecco, l'ho scelto.
Ecco, tra i tanti ho capito cosa voglio.
Ecco, l'unico problema adesso è che si chiama
"Amore rosa con un cuore per sorpresa"

non sto scherzando
"Amore rosa con un cuore per sorpresa"
ripetetelo con me
"Amore rosa con un cuore per sorpresa"

Ecco, io proprio non posso, lo capite anche voi.
No.
"Scusi mi dà un Amore rosa con un cuore per sorpresa?"
Dai, facciamo i seri. 
E seriamente dico: 
una parte di me morirebbe all'istante, quella che ha il sale in zucca. 

No perché se ordino un panino del genere disperarmi per Tre metri sopra il cielo quando -Babi scopre che Stevy ha baciato Nichi ma solo perché lui credeva che lei alla festa dei sedici anni di Gixi aveva parlato con Roxi- poi è un attimo. 
Solo una questione di tempo, insomma.
Quindi anche no.

Del resto il nome che diamo alle cose è davvero importante. 
Le parole sono importanti.

Come quella volta che ho mollato quel tipo perché aveva una kappa nel nome, che io magari me la tiro un po' troppo ma TU HAI UNA KAPPA NEL NOME.
Oppure pensate a quello sportivo, Saeid Mohammadpourkarkaragh, pensate quanto poteva essere frustrante per i suoi insegnanti dover pronunciare un nome del genere. Magari lui voleva fare il fisico, il matematico o anche il letterato e se li è inimicati tutti:
"allora oggi interroghiamo Saeid Mohamdp. No. Saeid Mohammjargghsgh. No. Saeid Mohak. Luca vieni su tu. Saeid 4."
E certo che dopo ti dai al sollevamento pesi: non vedo proprio altra soluzione.
O come quella casa automobilistica che era uscita sul mercato con un nuovo modello e aveva avuto la brillante idea di chiamarlo "Schianto".
Loro hanno pensato "Ah che Schianto di macchina" 
La gente invece che portasse sfiga e niente, non l'ha comprata nessuno. 
Vi ricordate? Ecco forse no, falliti all'istante.
Ne hanno venduto un solo pezzo: al genio che ha optato per quel nome. 
Che tra le altre cose ha fatto subito un incidente con grande gioia dei titolisti:
"Schianto con la Schianto"
"Si è schiantata la Schianto"
"Schianto nella notte: era l'unica Schianto".
E cose così, perché poi i titolisti non hanno pietà.

Comunque tornando al panino, ho preso un Camogli.


Le parole sono importanti, Saeid Mohammjargghsgh, Camogli, schianto

martedì 20 novembre 2012

Aiuto


Allora, ho la febbre da una settimana e piove a dirotto 
che è un po' come la combo delle sfighe 
che ti costringe a restare sola in casa, abbandonata da tutto e da tutti.
Che noia, direte voi.
E invece no, dico io, tutta vita. 
Questo isolamento forzato mi ha teso una vera e propria occasione: allontanarmi una volta per tutte da quella fastidiosa contingenza che voi chiamate realtà offrendomi l'opportunità di pensare ad un metodo che mi faccia diventare ricca.
E così ho fatto.

Perfetto signore e signori,
ho scoperto una tecnica per dimagrire senza smettere di mangiare e senza quell'inutile perdita di tempo, tempo che tra le altre cose potrebbe essere impiegato a guardare televisioni stesi su comodi divani, che voi chiamate sport.
Perfetto. 
Dite pure addio a diete e sacrifici. 
Aprite bene le orecchie che sto per darvi una dritta che 
Dukan, te prego, scansate. 

Volete dimagrire?  
Prendetevi un levriero. Il cane intendo. Prendetevi un levriero. 
Il resto lo farà, in poco tempo e senza nessuno sforza da parte vostra, il luogo comune, perché lo sanno tutti che alla lunga cane e padrone finiscono per assomigliarsi.

Ecco fatto, senza tanti sforzi, magri come un levriero.

Sì, chiamatemi pure genio.
Che poi questo metodo è talmente utile che può essere impiegato anche per altre esigenze.

Hai problemi di capelli?
Uno spinone per il nostro amico Kojak. 
Vuoi essere più alta?
Ecco pronto un alano per la nana al tavolo cinque.
Sei diventata suocera da poco e non sai come onorare al meglio questo tuo nuovo ruolo sociale?
Prenditi un chihuahua o uno yorkshire.
E la lista potrebbe continuare all'infinito perché questo nuovo metodo è proprio efficace. Lo so, un genio.

No è che ho la febbre da una settimana e in più piove a dirotto: aiuto.

dieta, perdere peso, febbre, dukan, pioggia

martedì 13 novembre 2012

Il mio problema è la memoria


Arrabbiatissima con i miei genitori, questa è la verità.
Arrabbiatissima.
Da oggi in poi mi potrei descrivere così, 
arrabbiatissima con i miei genitori. 
Non arrabbiata, arrabbiatissima.

La motivazione è presto detta: 
non comprano mai la frutta che mi piace.
A casa dei miei esistono solo quelle mele sfigate. E pere. E kiwi. 
E tutta quell'altra frutta sfigata che piace alla gente sfigata che sfigatamente la  deve sbucciare.

Che poi questa è la stagione dell'uva.
Ma quanto è buona l'uva, dico io?
L'uva, il nettare degli dei.
"Comprate l'uva" dico io.
"L'uva ti fa male alla pancia" dicono loro.
"Non è vero" dico io.
"Sì" dicono loro.
"Ma come fate a dirlo?" dico io.
"Ce l'hai detto tu" dicono loro.
Nego.

Mai e poi mai posso aver detto una cosa del genere.
Nego e passo all'attacco, passo in modalità polemica, quello che devo fare adesso è sfruttare ogni pretesto per menzionare la parola uva e ricordare loro la tremenda mancanza facendo così leva sull'unico strumento al quale due persone cresciute con un'educazione di stampo cattolico sono sensibili: il senso di colpa.


La prima vittima è mia madre.
- Mamma, dove hai messo i costumi, gli occhialini e tutta l'altra roba del mare?
- In soffitta Robi, perché?
- No è che hai dimenticato di metterci la crema solare. Questa qui, fattore 30 U.V.A. Certo che è bella alta, 30 U.V.A, non trovi? 30 U.V.A, deve essere buona. U.V.A. U.V.A

Poi, subito dopo, mio padre.
- Babbo ha chiamato Riccardo.
(nota: Riccardo è l'amico di mio padre che al posto della erre pronuncia la lettera vu)
- Ah ViccaVdo, voVVai diVe. Eh che voleva, ViccaVdo?
(nota: fai credere a tuo padre che hai colto l'ironia e inizia a parlare anche tu come Riccardo, solo dopo si accorgerà di avere una figlia subdola e meschina).
- Eh voleva sapeVe se hai letto quella cosa sull'uVanio impoveVito che t'ha mandato per email. Sì, ho detto pVopVio uVanio impoveVito. UVanio. UVanio.
(nota: "uranio" è l'unica parola che mi è venuta in mente)

Ecco, hanno capito entrambi, adesso è solo questione di tempo, 
ora bisogna farlo lavorare, il senso di colpa.
  
Tutto è bene ciò che finisce bene.
Mia madre ha ricontrollato tutta la roba del mare trovando il tempo per mettere mano al mio armadio facendomi il cambio di stagione sistemando tutti i miei vestiti in ordine cromatico, dal nero più chiaro al nero più scuro. Poi, ovviamente, mi ha sbucciato la mela tagliandola in spicchi a forma di animaletti, fiorellini e personaggi delle favole.

Mio padre, dopo aver avvisato la polizia circa il suo amico Riccardo mi è andato a comprare l'uva che ho mangiato e adesso, ovviamente, ho il mal di pancia.
E quindi niente, avevano ragione loro: l'uva mi fa venire il mal di pancia.

Del resto l'ho sempre detto che il mio problema è la memoria, fin da che mi ricordo.
Parto sempre con dei buoni propositi poi passa qualche minuto e niente, non mi ricordo più nemmeno come mi chiamo, tanto che a quelli che si tatuano il nome dei figli li capisco proprio, io lo farei anche con la lista della spesa:
 "prendi la mozzarella e il pane, ritira camice in tintoria, Kevin e Jennifer amori di mamma".

Quindi se mi incontrate per strada e ho la faccia di chi sta ragionando sui massimi sistemi in realtà son lì che penso 
"cos'è che dovevo fare io oggi?!".
Perché il mio problema, non so se l'ho detto, è la memoria. 
Ah, e l'uva a quanto pare.

memoria, uva, senso di colpa

martedì 6 novembre 2012

Ci sono novità?


Come ogni anno, per me, il 2 Novembre è il giorno del pranzo coi parenti.
Succede sempre così, non importa in quale parte del mondo siamo, il 2 Novembre lasciamo tutto e ci troviamo insieme.
Una tradizione oramai.
Che poi a pensarci è singolare festeggiare proprio il 2 Novembre, il giorno dei morti, ma che vuoi, non siamo di certo una famiglia normale e sicuramente siamo sprovvisti di Santi, per cui.
Comunque un pranzo assurdo.
Infinito.
Un pranzo degno di qualsiasi festa matrimoniale. Al sud.

Al secondo Primo un'idea precisa è balenata alla mia mente:
"vuoi vedere che tutti questi parenti che ricordiamo oggi sono morti proprio durante uno di questi pranzi?"
Al terzo Secondo ne avevo la certezza, 
soprattutto quando alla mia osservazione, 
"che sì, che magari dopo i 7 Primi non c'era bisogno di riniziare daccapo, dagli antipasti, ma si poteva passare al Secondo",
mia madre se ne esce con la frase
"o si festeggia per bene o non si festeggia per niente" 
che il 2 Novembre vuol dire solo una cosa: volevano farci scappare il morto.

Benissimo, da quel momento in poi le occhiate con i miei parenti sono diventate provocazioni, intimidazioni fino ad arrivare a delle vere e proprie minacce: mangiare tutto e in grandi quantità, vince chi non muore, che inizi la sfida.

I bambini hanno lasciato quasi subito il campo di battaglia con la scusa del voler giocare.

Io ho avuto qualche cedimento sul Piccione ripieno di Quaglia ripiena di Anatra
ma ho tirato dritto, la mia strategia era rimanere lontana dall'insalata: non dà quasi nulla di punteggio ma ti riempie come dieci tacchini interi il giorno del Ringraziamento, quindi 10 tacchini americani. Enormi. 

Arrivata al dolce ero stremata ma ancora fiduciosa di poter vincere,
mio padre del resto era già fuori, ha preso i cantucci col vin santo: squalificato all'istante quando ha provato a dividerli con tutti noi. Dilettante.

Panna cotta per mia madre, non ambiva a posizioni alte, aveva già detto di no al riso al profumo di fiori, praticamente era fuori gara. 

Io ho voluto osare: semifreddo al cioccolato con pinoli e mandorle e ciambella calda a lato. Dovevo dare il tutto per tutto se volevo vincere.

Ce la giocavamo io e mio fratello, poi lui sul finire ha detto se potevano incartargli una tagliata che l'avrebbe mangiata a casa.

Ha stravinto, tutti l'hanno guardato con rispetto. 
Anche a me comunque devo dire che non è andata poi così male: non morire è sempre un'ottima prestazione.

Anzi dovremmo rifletterci più spesso, soprattutto quando le cose sembrano andare male. 
Avrei dovuto capirlo prima:
- Mamma ha riportato la versione di Latino, ho preso 3 però anche oggi non sono morta.
- Beh, brava amore di mamma.

Ma anche adesso quando ti chiedono se ci sono novità e tu non sai mai cosa rispondere:
- Beh Robi, com'è andata oggi, ci sono novità?
- Mah, veramente oggi non sono morta.
- Ah è già una gran cosa, non è da tutti insomma.
- Eh già. :) 

2 novembre, ognissanti, pranzo coi parenti, morte

martedì 30 ottobre 2012

Chi è lo stupido adesso?

È stata dura ma alla fine ci sono riuscita
e a pensarci bene è forse l'unica cosa che ho iniziato e finito in tutta la mia vita.
C'ho messo passione, costanza e dedizione,
nemmeno a dirlo è una cosa stupida, ma ehi,
ognuno si sceglie le proprie imprese da solo e se io ho scelto questa ci sarà pur certo un motivo.

Non mi ricordo nemmeno come è cominciata tutta questa storia,
suppongo per pigrizia, lo scorso Marzo, era l'inizio dell'ora legale:
"mannaggia ancora devo cambiare l'ora".

Ma da subito è diventata una specie di sfida
perché in fondo ci abbiamo pensato tutti di farlo almeno una volta
"oh sai che c'è, io non la cambio l'ora, tengo quella solare, quella di Madre Natura, quella che regola le cose fin dal principio"

E alla fine diventa una vera e propria missione
- Ma quindi Roberta, con questa cosa dell'ora indietro che messaggio vuoi dare all'umanità? È per caso legato alla precarietà del tutto o più ad una questione politica? Spiegaci.
Che tu a questo punto non è che puoi rispondere:
-Mah veramente ancora io... non avrei avuto tempo di... 

E allora tanto vale strafare e un po' inizi a crederci anche tu
-Sì, proprio così, io sono contro a questa mentalità piccolo-borghese e non mi piego alle vostre convenzioni sociali. Ora, scusatemi, ma devo andare a vedere la De Filippi: c'è Axel che è arrivato alla scelta, non vorrei perdermela.

Comunque sia, è una cosa che non vi consiglio, questa dell'ora indietro intendo,
sono stati mesi di completa alienazione dalla realtà,
che poi io già di mio tendo un po' ad estraniarmi,
ma così è stato davvero troppo. 

Perché sembra una cosa da niente, un dettaglio trascurabile,
"un'ora indietro, cosa vuoi che sia?!" e invece.
È come quando lui ti dice "Ti amo" e tu rispondi "Beh, sì, dai, anch'io sto bene in tua presenza".

È vedere un film dove audio e video non sono in sincrono: magari lo capisci lo stesso ma ti viene il mal di mare.

È come vivere una vita dove il tuo presente è occupato dal futuro di qualcuno che vive nel passato.

Però come ho detto prima, ognuno si sceglie le proprie imprese e corre i propri rischi.
Io purtroppo c'ho perso il lavoro:
-Allora Robi, la data del lancio l'abbiamo fissata per il 14 Ottobre alle 19 e 09. Pensi di farcela? Altrimenti troviamo qualcun'altro.
-Ah okkey, allora se per le 19 e 09 devo essere nel New Messico, visto che qui adesso sono le... però aspetta devo sottarre... quindi, benissimo dopo un rapido calcolo posso dire che... sì, cioè no, mi dispiace, dovevo partire ieri.
-Ah quindi non riesci? Eh guarda qui c'è un certo Felix, facciam fare a lui.

C'ho perso tutte le colazioni del Bed and Breakfast quando sono andata in vacanza, che se del Bed and  Breakfast ti perdi le colazioni inizi proprio male la giornata.
-Allora, Signora Frulla, le ricordiamo che la colazione sarà servita alle 7.
-Perfetto. Ma le 7 mie o le 7 tue? Quindi le mie 6? No forse le mie 8. Oddio, non ci sto capendo più nulla. Perfetto, colazione al bar.

E, non ultimo, ho dovuto sorbirmi tutti gli sguardi critici di parenti e amici con le loro perplessità che si trasformavano nel tempo:
"Lo sai che oggi cambia l'ora?"
"Ancora non hai cambiato l'ora?"
"Perché il tuo orologio è un'ora indietro?" 
E allora tu lo spieghi il perché e loro ti guardano come se stessero guardando una stupida, una demente, ma magari è solo un'impressione e gli spieghi del lavoro, del bed and breakfast, dell'alienazione, del mal di mare e di tutti i problemi che ti ha dato questa impresa che ti sei scelta da sola portandola avanti con una perseveranza che non hai mai avuto, che non ti appartiene ed è lì che capisci che lo sguardo che hanno è proprio quello di chi guarda uno stupido.

Peccato non si siano visti sabato sera,
quando hanno dovuto cambiare l'ora a tutti gli orologi della loro vita.
Tempo stimato per l'operazione: almeno cinque minuti.

Cinque minuti della vostra vita che nessuno vi ridarà.
Cinque minuti a spostare lancette.
Cinque minuti.
Chi è lo stupido adesso?

ora solare, stratos, felix baumgarter, stupidità

martedì 23 ottobre 2012

Allora, chi viene a fare una corsetta oggi? Ci divertiamo

A me è successo così, senza preavviso, un bel giorno mi sono detta:
"Basta Roberta è ora di muoversi di più, fare un po' di sport",
Benissimo, però di chiudemi in una palestra ancora non ne avevo voglia, NO WAY proprio, ma che qualcosa è già cambiato riesci a vederlo da subito: è il modo di parlare, più COOL, più awanagana e allora ti ritrovi a discuisire di out sprinting, di race trim, di fluid balance e non sai cos'altro, e comunque nemmeno ti importa, vai avanti e proprio quando ti dici "beh forse la palestra sarebbe la way adatta" arriva lui, il conoscente, che ti fa:
"perché non vieni a farti una corsetta con me, ci divertiamo".

Ecco sì, la corsetta, ma perché non c'ho pensato prima?!
La corsetta, all'aria aperta, dai, che ancora non è tanto freddo,
la corsetta, lo sport per eccellenza e poi un vezzeggiativo non può fare tanto male, non è come la ZUMBA che già dal nome capisci che come minimo devi sacrificare il tuo primogenito maschio al dio ZUMBA, che lo riconosci perché ti appare proprio al termine della prima lezione. 
La corsetta, lo sport che non finisce in boxing, in kicking o in figthing che tanto lo sai che quelle cose lì non fanno per te, le fanno solo gli esaltati che dopo ti menano davvero.
Ti dicono: "dai immaginati di avere davanti a te il tuo capoufficio, il tuo professore di filosofia, tua suocera" o chessò,

-Bene Roberta, concentrata, non sono più il tuo allenatore, fai finta che io sia il tuo ex fidanzato e ti ho appena detto che sei una stronza, vai, picchia duro!
-Beh secondo me, scusami se ti faccio notare questa cosa, però quando hai detto che sono una stronza hai sbagliato, perché avresti dovuto dire che secondo te sono una stronza. E poi mi dispiace se ho fatto la stronza, magari hai ragione. Non volevo. Menami tu, ho sbagliato io.

Ecco, appunto, non fa proprio per te.

Benissimo, la corsetta, aggiudicato. Ora devi comprare tutto l'occorrente.

PRIMI AVVERTIMENTI CHE DOVREBBERO FARTI CAPIRE CHE LA CORSETTA È UNO SPORT PER STUPIDI:

  1. Nel mondo della corsa non esistono tasche eppure si suppone che tutti i corridori, visto che appartengono al genere umano, posseggano almeno le chiavi di casa.
  2. Il vestiario del corridore è a dir poco ridicolo, i pantaloncini sono troppo corti e le tutine troppo aderenti.
  3. I calzetti distinguono il piede destro da quello sinistro, è ovvio che questa accortezza è necessaria perché il corridore non saprebbe fare altrimenti.
Già da qui dovresti desistere ma non si sa come, fai finta di niente: ormai vuoi correre. Come un richiamo, una vocazione. Okkey, corri.
Vai all'appuntamento con il tuo conoscente, quello che t'ha detto 
"perché non vieni a farti una corsetta con me, ci divertiamo".

Eccolo, guardalo bene, perché è la prima e l'ultima volta che lo vedrai, non si sa perché ma è così.

Sei ancora in tempo per mollare:

QUELLO CHE DOVRESTI SAPERE SULLA CORSETTA MA NESSUNO HA IL CORAGGIO DI AMMETTERE:

  1. Quando dicono: "dopo una bella corsetta vedrai come ti sentirai meglio" non è vero, mentono, l'unica cosa che ti viene in mente è IO. VOGLIO. MORIRE.
  2. Le tutine fatte apposta per correre presuppongono che tu corra già e da un bel pezzo. 
  3. Quando ti dicono: "per sapere se stai facendo la cosa giusta ascolta solo il tuo corpo" non lo fare, ogni volta ti dirà la stessa cosa, "ti prego, fermati".

Bene, ancora non desisti e allora a questo punto meglio passare a

ALCUNI CONSIGLI UTILI PER CORRERE CON PROFITTO:

  1. Non portarti tanto peso addosso, al massimo una bottiglia d'acqua, lascia stare le cose da mangiare se proprio non resisti puoi sempre rifarti sulle paperelle che trovi vicino allo stagno: checché se ne dica se riesci a prenderle è pur sempre movimento e puoi mangiarle.
  2. Quando inizi a correre devi avere freddo così da poter accorgerti da solo quando è ora di fermarti, la scala è Freddo-Freddo / Freddo / Freddo-Caldo / Caldo-Freddo / Caldo / Caldo-Caldo / Fermati. Ecco, benissimo, di solito questa cosa succede i primi 5 secondi quindi non fermarti e va' avanti.
  3. È uno sport che pratichi all'aperto quindi in poco tempo lo sapranno tutti, amici, parenti, vicini di casa: è necessario che da subito si vedano i risultati perciò inizia a non mangiare più, mi dispiace, dovevi pensarci prima.
  4. A meno che tu non abbia una volontà di ferro non andare mai a correre ascoltando Guccini, tempo due minuti ti ritroverai sulla riva dello stagno di prima aspettando il cadavere del tuo nemico: Guccini.
  5. L'unico modo per uscire da questo mondo infernale fatto di lycra e neoprene è diventare tu stesso il conoscente di qualcuno e proporgli la corsetta, ci vai la prima volta e poi sparisci per l'eternità.
Anzi, chi viene a fare una corsetta oggi? Ci divertiamo.

corsetta, sport, running



martedì 16 ottobre 2012

Comunque nulla di rotto


Okkey, mi fa malissimo un dito della mano e non so perché, 
non mi ricordo.
Un dolore sordo che non mi so spiegare. Sono preoccupata.

Ora potrei stare qui ad inventarmi cose fighissime che ho fatto durante il week end che vi inducano a pensare
"ah quella ganza della Robi era talmente fuori che non si ricorda nemmeno cosa ha fatto alla mano"
ed è proprio quello che farò.

Eh vedi che fasciatura che c'ho,
eh, sì sì mi son fatta male alla mano
eh, sai che non lo so come ho fatto,
forse è stato venerdì, durante il Superbowl,
immagina la scena:
un minuto alla fine e, nemmeno a dirlo, siamo sotto di un punto,
poi d'un tratto vedo il mio quarterback 
che mi lancia la palla un secondo prima di essere placcato dagli avversari, la prendo al volo, la tengo stretta e comincio a correre,
74 yard e touchdown,
la partita è nostra.

Oppure devo averla sbattuta sabato pomeriggio
quando una Marbella m'ha quasi investito e ho picchiato con forza il piede contro il marciapiede
quindi mi sembra evidente che in un universo parallelo 
ho rischiato di finire sotto una Panda facendomi male ad una mano, 
non fa una piega, no?!

Oppure, al limite, domenica, 
quando, dopo una discussione infinita che non ti sto qui a spiegare 
ho dato una pizza in piena faccia a quel Rhett Butler dei miei stivali,
sull'uscio della porta di casa nostra, a Tara
-Rhett se te ne vai che sarà di me, che farò?
-Francamente me ne infischio.
SBANG
ma potrai rispondermi così, brutto buzzurro impomatato?
Te lo do io mio caro Rhett:
"e troverò un modo per riconquistarlo, dopotutto domani è un altro giorno"
sarà meglio per lui che venga qui in ginocchio a chiedermi scusa, oggi.

Boh, guarda, a questo punto
può essere davvero tutto

anche solo una di quelle cose che ti viene col tempo
che magari sbatti da qualche parte e nemmeno te ne accorgi
e allora vai al pronto soccorso e ti chiedono cosa hai fatto 
e tu non lo sai, non ti ricordi 
e ti vedono preoccupato 
e allora chiamano il dottore clown 
e tu ti preoccupi ancora di più e pensi
"cazzo il dottore clown no, allora è davvero grave"

ma di tutte e quattro, questa è la meno probabile.

Superbowl, Via col vento, Marbella, Tara, dottore clown


martedì 9 ottobre 2012

Eppure mi sembrate dei tipi svegli


Niente.
Più vado avanti e più capisco che le varie teorie sull'evoluzione,
la selezione naturale, la deriva genetica 
e cose di questo tipo
magari sì, hanno fatto tanto per la specie
ma ancora niente, non sono sufficienti.

Me ne accorgo ogni volta che ho un problema 
e ne parlo con voi.

Eppure su 120 milioni di spermatozoi siete arrivati primi.
Siete sopravvissuti a guerre, 
carestie, 
esplosioni nucleari, 
la De Filippi al pomeriggio. 

Sì insomma, 
a vederla da questo punto di vista 
direi che siete dei tipi abbastanza svegli 
eppure ogni volta che vi espongo un  mio problema 
tutto questo sembra non bastare. 

Succede più o meno così:
"Vieni Robi, cos'è quella faccia triste, cos'hai?! 
Parliamone, così ti sentirai meglio".
Benissimo parliamo,
ne discutiamo, 
ci confrontiamo 
e poi alla fine il vostro "ti sentirai meglio" si risolve nella formula
"beh Roberta, a questo punto, dipende tutto da te".

Ecco 
ora ditemi voi cosa di
"dipende tutto da te"
vi sembra incoraggiante? 
Cosa? 

Ma che fine hanno fatto i vostri
"non ti preoccupare, andrà tutto bene"
"il tempo aggiusta tutto" 
"Dai, cosa vuoi che sia, non ci pensare"
e cose di questo genere che, 
sono sicura, 
riservate a tutti gli altri comuni mortali?!
Io li pretendo. 
Al limite anche un "sarà quel che dio vuole" 
davvero, lo preferisco.
Ma come vi permettete dico io,
"dipende tutto da te, è tutto nelle tue mani".
Ma siete proprio senza cuore
"Dipende tutto da te, Roberta".

No perché io ogni volta che me lo dite,
come qualsiasi persona dotata di senno farebbe, penso:

"Dipende tutto da me? Davvero? Benissimo, sono spacciata".


teorie evoluzione, darwin, maria de filippi, autostima, credi in te stesso


martedì 2 ottobre 2012

Ho paura del bosco di sera


Ma come mi sarà venuto in mente, dico io
è notte, sono sola in mezzo al nulla, lontana da tutto e da tutti
e niente,
ho pensato bene di andare a piedi fino al centro della città.

È che l'ho fatto tante di quelle volte:
auricolari nelle orecchie e via, un piede dopo l'altro, 
un passo dopo l'altro si coprono distanze.
Oggi inevce è solo ansia.

Il segreto è non fermarsi mai e non guardare indietro.

Ma che avevo in testa, 
non c'è proprio nessuno nel raggio di chilometri,
se non dovessi arrivare ricordatemi così: stupida.

Niente 
l'unica cosa da fare è affrettare il passo e sperare
per chi come me non può pregare.

Ci sto mettendo una vita
avrò ascoltato almeno cinque o sei canzoni,
ho perso il conto
e ancora non si vede nessuno,
ecco è già iniziata Innuendo e ancora sono lontana dal centro.

Questa canzone inizia piano, sembra lunga e invece è un attimo 
devo sbrigarmi e arrivare in centro, tra la gente, 
altrimenti cosa lo mimo a fare, io, l'assolo di chitarra se non mi vede nessuno?! 

Dai, quello di Innuendo se non ti vede nessuno, è sprecato. O no?!



martedì 25 settembre 2012

Verranno a bussare alla tua porta


Verranno a bussare alla tua porta,
li riconoscerai come amici
e cominceranno a parlare male di tutti
ma non di me: nessuna calunnia sul mio conto.

Non mi drogo,
non fumo,
non gioco d'azzardo.

Mai un'assenza ingiustificata a scuola,
tutti i giorni vado al lavoro
"ciao Roberta, tu non manchi mai eh".

Non faccio corse in auto,
non vado in moto,
non ho tatuaggi e i miei discorsi non iniziano con 
"scusa hai visto dove ho lasciato il mio piercing da capezzolo?!"  

Non ho mai tradito nessuno,
non ho una doppia vita da "oh cielo, mio marito"
non frequento bische clandestine,
né la criminalità organizzata.

Nessun passato pruriginoso alle spalle 
nessuna storia sordida da dover nascondere 
niente da dover spiegare abbassando la voce
"ma sai ero giovane e poi si sa come vanno queste cose all'università".

Non ricorro ad interventi estetici,
non mi trucco eccessivamente,
sono sobria nel vestire e nell'atteggiamento,
le mie parole sono sempre pesate,
non mi espongo,
non faccio considerazioni avventate.

Verranno a bussare alla tua porta,
li riconoscerai come amici
e cominceranno a parlare male di tutti
ma non di me: 
nessuna calunnia sul mio conto,
io non sono una persona interessante.

calunnia, piercing, persona interessante, interventi estetici, porta



martedì 18 settembre 2012

C'è chi spreca la propria vita con la droga


Ragazzi, questa è stata un'estate strepitosa.
Sì, proprio così,
STRE-PI-TO-SA.
Allora,
a Giugno mi sono trasferita in una nuova città, 
tutto bellissimo
quartiere bellissimo, 
casa bellissima, 
vicini bellissimi.

Come se non bastasse,
mi accorgo che il tipo davvero carino
che avevo incontrato al parco 
abita proprio nella villetta di fronte alla mia, 
quando si dice il destino.
Ah e oggi mi ha anche salutata mentre stavo andando al lavoro. 
Una piccola cosa, lo so, ma ehi, 
si inizia sempre piano piano.

Poi questa mattina la ciliegina sulla torta,
alle 10 mi telefona il mio capo: PROMOZIONE. 
Proprio così.
Mi ha detto: ho notato che ti stai impegnando molto, 
ti meriti una promozione.
Ora lavoro meno e guadagno di più, 
così mi posso permettere un domestico
che mi aiuta nelle faccende di casa
perché io, detto tra noi, le odio
e un garden design per non sfigurare coi vicini. 
Che poi, che carini, proprio ieri torno a casa 
e loro avevano organizzato una festa di quartiere in mio onore,
e vai così, a ridere e a scherzare fino a notte fonda.

Sì, certo che stiamo parlando del mio SIM,
io sono quella che ha passato tutta l'estate a giocarci,
STRE-PI-TO-SA.

sims, promozione, droga, buona notizia, estate


martedì 11 settembre 2012

È tutto a posto


Personalmente preferisco sempre affrontare le questioni di petto,
non lasciare che il tempo aggiusti, male, le cose
e poi alla fine sono incline al perdono: lo trovo edificante.

Ma sì,
Ma certo che te la porto la chiavetta USB 
che ha dimenticato a casa mia,
quella con dentro tutta la tua tesi.

Sta' tranquillo, non devi neanche dirmelo che è l'unica copia 
e che ti serve entro Ottobre,
figurati se non so quanto è importante per te.

Ma no, ma quale rancore, scherzi?!
Avevi proprio ragione: 
un giorno mi sarei messa a ridere di quello che è successo tra noi 
e pensa un po', quel giorno è oggi.

Dai, stavo scherzando.
Guardami, riesco perfino a scherzarci,
è tutto a posto, davvero.

Allora, quando te la porto? Anche stasera se vuoi, sei libero?
Facciamo così: vediamoci nel bar dove mi hai detto 
che volevi provare a stare con un'altra.
Ricordi?! 
Sì, sì quello dove mi hai detto che non ero abbastanza per te, 
che volevi di più,
ma che non ero io, eri tu.
Ecco proprio quello.
Va bene alle 8?
Perfetto allora.

Ci vediamo stasera alle 8, ti porto la chiavetta.

Tanto per le 8 dovrei farcela. 
No, sto pensando che magari col lavoro,
ma no no tanto per le 8 riesco di sicuro a liberarmi.

Per sicurezza, facciamo così, 
rimaniamo per le 8, 
tu fatti trovare lì comunque 
che se anche non faccio in tempo a passare 
mando Sarcasmo al posto mio.


sarcasmo, usb, tesi, rancore

martedì 4 settembre 2012

Ciao


Non è che per caso sapete quanto costa una bara? 
O magari conoscete qualcuno che è del settore e può dirmelo,  
così, anche a livello indicativo. 
Sì, 
perché se me la posso permettere, la compro e la finiamo qui.
No, 
perché ho fatto una di quelle figure che ciao.

La più grossa figura di merda nella storia delle figure di merda. 

Allora, ero al mare con tutti i miei amici
e ci siamo rimasti tutto il giorno. 
E fino a qui, bene:
abbiamo fatto le solite cose che si fanno al mare, 
abbiamo giocato, riso, scherzato.
E così via, tutto liscio come l'olio.

Poi, verso sera, arriva 'sto gabbiano. 
E un mio amico dice: "ah guarda, una gabbianella".
"Ma no", faccio io, "è un gabbiano maschio". 
E tutti gli altri: 
"macché è una femmina, 
non vedi che ha il colore delle piume come una femmina?!". 
"No, no e poi no", 
ribadisco io, "è un gabbiano maschio, guardate quanto è grosso". 
A 'sto punto voglio strafare: 
"anzi sarà un esemplare alfa pronto a procreare".
Bene.
E così siamo andati avanti un bel po' 
con questa storia del gabbiano maschio e femmina. 
Poi alla fine avevan ragione loro: era una femmina.
Capite che gran figura?! 
Cioè, 
tutti si erano accorti fosse un gabbiano femmina e solo io invece credevo, 
ero sicura, fosse un gabbiano maschio.
che. gran. figura. di. merda.
Ora sostituite la parola "gabbiano" con "la nuova fidanzata del mio migliore amico".
Ciao.

ciao, gabbiano, figura di merda, mare

martedì 28 agosto 2012

Non so cosa è peggio


Ma secondo voi quando un cosa sa di formaggio 
ma non è fatta col formaggio
e ovviamente non è formaggio
è andata a male?

No perché sono su 'sto treno 
e sto morendo di fame
e nella borsa ho trovato solo questo pacchetto di crackers
che avrò dimenticato qui chissà da quando.

Ora, io è da un po' che non mangio crackers, 
ma sì, 
insomma, 
giurerei che non avessero l'odore del formaggio.

Quasi quasi li offro a questo signore
qui davanti a me 
e aspetto,
se non muore, 
sono ancora commestibili.

Sì, dai, li offro. 
Dai sì.
Anche se mi dispiace devo farlo ugualmente:
è il mio istinto di sopravvivenza che prevale.
L'unica cosa che mi scoccia 
è che non vorrei sembrare una persona generosa
perché fra il rischiare l'intossicazione alimentare 
o il sembrare gentile, 
non so mai cosa è peggio, sono combattuta.

crackers, formaggio, gentilezza, intossicazione alimentare, treno


martedì 21 agosto 2012

Mettete le chiavi in quei vostri lucchetti


Ma perché dico io? Perché questa mania del lucchetto? 
Allora, il fatto:

lui ha una nuova fiamma
l'ha trovata, va dicendo
"l'ho trovata, finalmente"

"Mica come quell'altra"
dice sua madre,
che poi sarei io,
non sua madre, quell'altra, sarei io.

Ne parlano tutti
perché lui l'ha trovata, finalmente.

Ecco. Bene. Perfetto.
Sono contenta. Davvero.
Ma visto che l'ha trovata e tutti la conoscono tranne me 
ecco io, 
vorrei vederla,

che faccia ha, che cosa pensa, che cosa fa,
del resto adesso con questo DuePuntoZero è tutto più semplice,
e invece no, perché lei, la nuova fiamma, ha messo il lucchetto.

E cosa dovrei fare io?!
mica posso chiederle l'amicizia,
ma io non so,
ma perché questa mania di sti lucchetti,
che poi dai, siamo sinceri
ormai vogliamo avere una vita più interessante 
solo per aver qualcosa da dire sui Social.
Non vorrete mica farmi credere che 
fate cose e vedete gente, così, giusto per il gusto di vivere?!
Dai, 
io non mi ricordo nemmeno più com'era mangiare senza Instgram.
Oppure vogliamo parlare dei gatti?
Volete dirmi che avete un gatto solo per la gioia di avere un gatto?!
Cioè, dai, facciamo i seri 

e quindi io dico basta ai lucchetti, lo ripeto,
basta con sti lucchetti, 
mica siete Moccia: uscite allo scoperto, mica siete Moccia, appunto.

Quindi adesso mi rivolgo a lei, alla nuova fiamma,
togli il lucchetto,
che poi tutta 'sta segretezza, mi chiedo perché,
mica crederai di interessare a qualcuno, davvero cioè,
ma chi ti calcola?!
A parte me, intendo.


lucchetti, amicizia, moccia, nuova fiamma

martedì 14 agosto 2012

E rimarrò zitella con le scarpe nuove e tutte le collane*


L'ho conosciuto pochi giorni fa al mare
Un tipo carino davvero,

abbastanza bello, abbastanza educato, abbastanza alto, abbastanza tutto.

Poi dopo arriva lei.

Molto bella, molto intelligente, molto simpatica. 

Una di quelle che vivono normalmente questa loro condizione di essere superiori alla media: praticamente perfetta.
Ma soprattutto lei era, senza ombra di dubbio, molto interessata all'abbastanza bello, abbastanza educato, abbastanza alto, abbastanza tutto.

Se fossi stata in lui,
ci avrei provato anche io.

E invece lui no, 
lui,
ha continuato con me.

E quindi niente, l'ho dovuto lasciare io, 
mica posso stare con uno che c'ha sti gusti:
un minimo di senso estetico ci vuole.
Niente di fatto anche stavolta.

Comunque sono ormai più che certa che ci sia un girone all'inferno tutto dedicato a quelle come me dove l'uomo perfetto ti costringe ad infilare un piumone a due piazze dentro ad uno di quei lenzuoli IKEA tutto da sola: è il girone di chi se la tira troppo.

NB: Se pensi che infilare un piumone a due piazze dentro ad uno di quei lenzuoli col buco infondo, quelli fatti come un sacco a pelo per intenderci, non sia una pena abbastanza dura significa che non l'hai mai dovuto fare e in questo caso ti consiglio di non lasciarti, di restare insieme al tuo uomo o alla tua donna, il mondo là fuori sa essere cattivo.


ikea, zitella, mare

*Il titolo di questo post "e rimarrò zitella con le scarpe nuove e tutte le collane" è tratto da Illusione di Giuni Russo, una canzone davvero bella che vi consiglio di ascoltare. 


martedì 7 agosto 2012

E per fortuna che li ho finiti tutti e quattro io, i nonni


Ho detto orge. 
Ho detto orge al posto di ostriche.

Non mi piacciono tanto le orge, ho detto.

E per fortuna che li ho finiti tutti e quattro io, i nonni
altrimenti ci sarebbero stati anche loro in questo pranzo coi parenti
e il loro sguardo impaurito 
si sarebbe potuto unire a quello dei miei genitori, 
delle due mie zie suore, 
dei miei cugini minorenni 
e dei nipoti tutti:

un'allegra combriccola traumatizzata
durante quello che sarà ricordato
ad oggi e per sempre 
come il pranzo di quella volta 
che ho sterminato la mia intera famiglia con una sola parola.

orge, ostriche, nonni, pranzo coi parenti, famiglia

martedì 31 luglio 2012

Restiamo cinici e spietati


Forse lo state facendo proprio in questo momento
ci siamo passati tutti
soprattutto quando si deve prendere una decisione
allora magari si tentenna
si pensa
si valuta.

No,
dovete stringere i denti e andare avanti, 
non fatevi intenerire, rimanete cinici e spietati: 
non fate mai nulla per compiacere i vostri genitori.

Non fate l'Università perché "i miei avrebbero voluto ma non avevano i soldi".
Non fate figli perché "mia madre non vede l'ora di avere un nipotino".
Non prendete specializzazioni in Medicina perché "mio padre ha sempre voluto un figlio medico".
Non continuate le vostre lezioni di danza perché "mia madre morirebbe dal dolore se lasciassi proprio adesso".

Non fate mai nulla per compiacere i vostri genitori:
non vogliono da noi la cura per il cancro, 
non aspettano il nuovo Freddy Mercury,
non ci vogliono medici o scienziati, poeti o filosofi,

infondo al loro cuore sanno che
al posto di un figlio avrebbero preferito una cabina armadio 
e invece no, è la nostra stanza.

cabina armadio, genitori, freddy mercury, compiacere, cinici, spietati


martedì 24 luglio 2012

In Estate scoppiano gli amori


In Estate lo puoi proprio sentire, 
è nel cibo che mangiamo
è nell'acqua che ci disseta.

L'amore, in Estate, è in tutto quello che ci circonda
ed allora è meglio non domandare.
In Estate è meglio ascoltare.

Mi saluta con un:

-Che poi a voi donne io mica vi capisco, 
prima vi lamentate che siete single
poi però se uno vi invita ad uscire niente, 
sembra che non vi fidate, siete sempre così sospettose. 
Allora ho conosciuto 'sta tipa,
carina, 
ho pensato: la chiamo
e lei non mi risponde
le mando un messaggio alla mattina e lei si fa sentire la sera
le dico: "incontriamoci, così ci conosciamo meglio"
e lei mi dice che ha da fare. Insisto allora.
Domenica ti va? Prendiamo qualcosa in centro.
E fa l'aperitivo con le amiche, solo donne.
Le dico Lunedì
e c'ha palestra,
propongo il Martedì
e c'ha pilates.
Mercoledì, va al cinema. 
Beh, posso venire anche io, le ho detto.
No, sai, va al cinema con la nonna, è vecchia, 
meglio passare un po' di tempo assieme finché c'è.
Allora dico Giovedì, di solito il giovedì uno non sa mai cosa fare.
Giovedì riposa.
Venerdì?
Venerdì esce con gli amici

Dimmi tu uno come deve fare allora, tutta la settimana occupata. 
Che poi secondo me è quasi impossibile, 
cioè, se vuoi uscire con uno un giorno lo trovi. 
Quindi non dovete lamentarvi se il maschio non corteggia più
e robe di questo tipo.
 
Lasciatevi andare, basta con 'sto clima del sospetto.


-Eh addirittura, e comunque il Sabato l'hai saltato.
Magari Sabato sarebbe uscita. 
Faccio io.

-No, beh, Sabato non ho chiesto.
Il Sabato non posso, esco con la mia morosa, 
è così sospettosa ultimamente, dice che sembro distratto da qualcosa. Bah.

Ecco perché, dicevo, meglio non domandare.
In Estate è meglio ascoltare.

estate, fidanzata, amore

martedì 17 luglio 2012

Mi piacciono i buddisti


È proprio vero che gli opposti si attraggono.

Prendi me, per esempio,
carattere scontroso,
sempre incline a vedere il lato negativo delle cose e chiamarlo realtà dei fatti,
ecco,
so che non si direbbe mai, eppure.

Eppure mi piacciono i buddisti:
sono affascinata dal loro essere sempre positivi,
totalmente rapita da quel loro mondo fatto di occasioni pronte solo per essere colte,
dai loro Soli gioiosi di felicità, di amicizia e di ideali umanisti.

È devota ammirazione, la mia.

Ecco sì, mi piacciono così tanto che li penso in continuazione,
a qualsiasi ora,
quando lavoro, quando scrivo, quando parlo,
perfino quando mangio 
immaginando che quello che ho nel piatto sia un loro simile reincarnato. 

Sì, insomma, mi piacciono i buddisti.

buddisti, piacere, reincarnazione

martedì 10 luglio 2012

Ridere è una cosa serissima

Rido solo quando son con te.
Non ci posso fare niente, mi fai ridere.

Rido così tanto che penso che i miei due lati della bocca 
prima o poi riescano a toccarsi,
proprio vicino al collo 
e che la faccia sia lì lì per strapparsi 
ed è come andare in apnea, 
il cervello diventa leggero
e mi scordo come mi chiamo
e chi sono
e non capisco più niente
continuo a ridere 
e rido.

Sì, lo so, non è una bellissima sensazione.

ridere, risata, apnea



martedì 3 luglio 2012

Dopo tutto questo tempo


È proprio un'idea magnifica questa mega rimpatriata del liceo.
Sì sì, certo che vengo, macché  scherzi?! 
Che bello dopo tutto questo tempo 
non vedo l'ora di vedervi e sapere che fate adesso.
Questo Sabato è perfetto così posso finalmente rilassarmi. 
Eh sì, mi aspetta una settimana intensissima:

devo laurearmi e iniziare il lavoro che ho sempre desiderato. 
Trovare l'uomo della mia vita, sposarmi e avere un bambino.
Poi devo comprare casa e automobile.
Dimagrire di almeno 2000 chili e frequentare un corso di recitazione finché la frase "eppure mangio di tutto" risulti credibile.

Eh sì, una faticaccia, ma Sabato ci divertiamo.

Dai dai che non sto più nella pelle, 
che bello dopo tutto questo tempo,
non vedo l'ora di vedervi e sapere che fate adesso.


sabato, cena di classe, rimpatriata, liceo

martedì 26 giugno 2012

Ci vogliono le scarpe adatte


Hai ragione tu, bambino:
la mattina non è fatta per dormire, anche se è domenica.
Le 7 di domenica mattina.
E poi il pallone è davvero un bel gioco.

Ma no, no, non mi dai fastidio, figurati, 
devo ammettere che a guardarlo bene quello che da lontano può solo sembrare il muro della mia camera da letto è in realtà la tua porta, non ci sono dubbi.

Quindi fai bene a non trattenerti, 
quando fai goal, urlalo pure, 
esulta
che poi si sa, il milionesimo gol è importante quanto il primo,
bravo.

Anzi, sai che facciamo?! 
Adesso mi alzo e vengo a giocare con te
aspetta solo un minuto che metto le scarpe.


scarpe adatte, pallone, domenica mattina, bambino

martedì 19 giugno 2012

Un'idea ti salva la vita


Ehi ho appena avuto una grande idea
mi serve solamente una corda, uno sgabello e un ramo robusto.

Ehi anche io ho appena avuto una grande idea
mi serve solamente una vasca da bagno piena d'acqua e un phon acceso.

Ehi ho appena avuto una grande idea
mi serve solamente una chiave di ferro e un temporale importante.

Ehi anche io ho appena avuto una grande idea
mi serve solamente un vestito rosso e un biglietto per la corrida.

Ehi ho appena avuto una grande idea
mi serve solamente una macchina del tempo e la voglia irrefrenabile di fare Southampton/New York in transatlantico. 

Ehi anche io ho appena avuto una grande idea,
beh adesso però è tardi, dai, va beh ci penserò domani

Perché è vero: un'idea ti salva la vita 
ma anche la pigrizia.


pigrizia, idea, vita, salvavita, suicidio

domenica 22 aprile 2012

Gita fuoriporta


È tutto perfetto:
io e te abbracciati così tanto da diventare noi
in mezzo ad un grano così verde che mi sembra di stare in Irlanda 
e pensare che infondo è tutto perfetto anche qui.

Ora, considerando che non sono mai stata in Irlanda
che non sono proprio sicura che questo sia grano
che non distinguo bene i colori
e che al tuo posto avrei preferito un altro

è subito chiaro che tutto perde un po’ di quella perfezione iniziale
e diventa una banalissima gita fuoriporta
che è bella subito prima di arrivare e subito dopo, quando te ne torni in città

Mai durante.
Durante è solo vociare di bambini, zanzare e umidità.

gita fuoriporta, irlanda, zanzare, verde, umidità

martedì 3 aprile 2012

Il segreto della felicità

Per fortuna ci sei tu
che mi dici sempre cose carine
- Robi, ma hai visto quanto è ingrassata l'Angela?!
che mi fanno tornare il buon umore
- Oh, allora hai sentito?! Nico e la Marty si sono lasciati.
che accrescono la mia autostima
- Vittorio ancora non trova lavoro, non c'è niente da fare.
che mi fanno star bene
-Eh Pietro è all'ospedale. È il cuore.
Perché infondo ci vuole tanto poco per essere felici.


fortuna, segreto della felicità, felicità

giovedì 9 febbraio 2012

I lavori domestici

C'è sicuramente qualcosa che non funziona ma non riesco a capire cosa.
Son circa sei mesi che quel foglio di carta è sul pavimento della mia cucina.
Sei mesi.
Che poi coincidenza vuole è proprio lo stesso lasso di tempo da quando son venuta qui ad abitare da sola.
Sbaglio sicuramente qualcosa, dicevo,
o almeno, di sicuro
salto qualche passaggio, perché anche quando abitavo con i miei genitori poteva succedere che qualcosa mi cadesse a terra.
La mattina per esempio, sempre di fretta, poteva accadere mi cadesse chessò, un libro, gli occhiali, qualche maglia per giunta.
Li vedevo a terra, sono sicura, erano proprio sul pavimento.
E niente, uscivo, facevo tutto quello che dovevo e poi la sera, quando tornavo, il pavimento era perfetto, il libro sula scrivania, gli occhiali dentro il loro astuccio e addirittura le maglie, piegate nel mio armadio.
Adesso niente.
Quel foglio di carta è ancora sul pavimento della mia cucina.
Lì ad aspettare il mio rientro.
Se chiudo l'occhio destro si allontana se il sinistro si avvicina, ma nulla più.
Sempre sul pavimento.
C'è sicuramente qualcosa che non funziona. Qualcosa che sbaglio.

pulizie domestiche, foglio di carta, sbaglio