martedì 24 marzo 2015

Universi Paralleli

Credo nella teoria degli universi paralleli.
Sì, secondo me, ci deve essere un insieme di universi coesistenti e alternativi al di fuori del nostro universo e della nostra dimensione temporale.

Delle dimensioni parallele.

Mi piace pensare che non siamo i soli, insomma.

Mi piace pensare che ci sia una versione migliore di me. 

Chissà dov’è in questo momento e cosa fa. 
Cosa ha fatto a San Valentino, per esempio.

Ma soprattutto mi piace pensare a, avete presente i temperini? 

Ecco i temperini, o le matite, o le puntine o le forcine per capelli, ecco le forcine per capelli mi piace pensarle fortissimo.
Io penso fortissimo alle forcine per capelli e a tutte quelle cose piccolissime che non sappiamo mai dove si vanno a nascondere.

Ecco, io credo nella teoria degli universi paralleli perché mi dico, ci sarà un universo fatto tutto di forcine per capelli, o di temperini, o di puntine, o di gomme per cancellare, che hanno la loro bella democrazia o magari in alcuni vige ancora la dittatura. 

Dove si può andare al mare, o in montagna. 

Dove c’è mamma temperino e babbo temperino che accompagnano figlio temperino a scuola. O magari, nell’universo dei temperini, ci sono mamma e mamma temperino che accompagnano a scuola i figli temperini. Che ne sai, tu? O magari papà e papà senza per forza essere Ricky Martin temperino.
Ecco io a questi universi qui penso molto. E penso alla vita che può esserci lì. Che fanno, cosa dicono, come si divertono la sera.


Ma soprattutto ci credo in tutti questi universi paralleli che ho detto sopra perché spero proprio con tutto il mio cuore che non riescano mai a trovare un umano quando serve.

blog umoristico, umorismo, LOL, temperino, cancelleria, teoria delle stringhe, fisica, YEA,
immagine Tumblr

Se questo Post ti è piaciuto puoi condividerlo con i tuoi amici e mettere mi piace alla mia pagina Facebook. Se ti va di parlare delle tue realtà parallele commenta qui sotto.

martedì 17 marzo 2015

Chiamate il telefono azzurro

Torno a casa dei miei per il fine settimana.
Faccio di tutto per essere lì con loro e trascorrere alcuni momenti insieme.
Sposto tutti gli appuntamenti del sabato al lunedì dopo.
Salto l’ultima lezione di piscina.
E l’aperitivo con gli amici dello yoga.
Vado veloce in autostrada.

E niente.

Niente colazione a letto la mattina dopo con cappuccino caldo e brioches appena sfornata.
Niente giornale appena preso dall’edicolante.
Nessuna notizia appena fresca di stampa.
Nessun buongiorno per la Robi.
Niente lasagne fatte in casa. Nessun ragù a bollire nella pentola. Nessun caffè dopo la pennica pomeridiana .
Niente.

Mia madre domenica è andata a mangiare fuori e mi ha lasciato da sola in casa: questi genitori, prima vogliono mettere al mondo dei figli e poi, dopo trentadue anni, non li guardano più.


Chiamate il telefono azzurro, io sono ancora scossa.

blog umoristico, umorismo, LOL, famiglia, telefono azzurro
immagine Tumblr

Se questo Post ti è piaciuto puoi condividerlo con i tuoi amici e mettere mi piace alla mia pagina Facebook. Se anche i tuoi genitori hanno smesso di occuparsi di te perché dicono che sei grande commenta qua sotto e uniamoci contro di loro.

martedì 10 marzo 2015

Mi sono persa

Ragazzi, è successo di nuovo: mi sono persa.
Non in senso metaforico, è proprio che non so più dove sono.
Fisicamente.

Credo che non sia nemmeno più Bologna.

Dovevo andare a Bologna.
Ero arrivata a Bologna.
E adesso credo che non sia nemmeno più Bologna.
Tutto nel giro di due secondi. Ci sono pure delle palme.

Mi è successo anche un’altra volta. Ero sempre in macchina.
Dovevo andare a Bologna.
Ero arrivata a Bologna.
E dopo poco credevo che non fosse nemmeno più Bologna.

E nel frattempo avevo preso tanti di quei sensi unici e inaccessibili al traffico che non mi sono sorpresa quando ho chiesto indicazioni proprio al Nettuno di Piazza Maggiore.

E infatti, nemmeno a dirlo, mi è arrivata una multa stratosferica, e io che credevo non fosse nemmeno più Bologna. E invece ero in via Amendola.
Ma io non sapevo nemmeno dov’era via Amendola. In quel caso non mi sarei persa, no?!

Comunque lo so dove è via Amendola, è solo che quando salgo in macchina non so, mi scordo di tutto.
Ogni strada mi sembra nuova: non so se lo fa anche a voi questa cosa della macchina e dell’orientamento, credo la chiamino stupidità.

E voi a questo punto direte “vabbe’ Robe’, ma se sei in macchina accendi il navigatore, no?”.
Ma allora non avete capito nulla, dico io.
Il navigatore è sempre acceso, pure quando devo arrivare a casa mia. Partendo da casa mia.
Anzi è proprio con lui che ho i problemi più grandi, l’ultima volta mi ha detto,

“al prossimo incrocio girate a destra e poi fate inversione a U”.
Ma mica si può, dai, sembra una cosa che potrei dire io. Dai.

Sì ma adesso lo imposto sulla voce maschile, che con lui ste cose non succedono.

blog umoristico, umorismo, lol, navigatore, orientamento, multa, Bologna,

immagine Tumblr

Se questo Post ti è piaciuto puoi condividerlo con i tuoi amici e mettere mi piace alla mia pagina Facebook. Se anche tu non sai mai dove sei commenta pure qui sotto e tieni accesa la geolocalizzazione.

martedì 3 marzo 2015

Sempre no.
Da piccola dicevo sempre no.
Roberta, metti in ordine la stanza.
Roberta, fa’ i compiti.
Roberta, vai a scuola.
La risposta era solo una, no.

Sì, una ribelle.
Credevo che col tempo sarei cresciuta così.

Anche perché poi c’è stata la fase alternativa.
Avete presente no, gli alternativi, tutti piercing e tatuaggi?!
Ecco, così.

Però senza quella cosa dei piercieng e dei tatuaggi che mi fanno un po’ impressione alla fine.
Oh ma non su gli altri, su di me. Questa è la frase che si deve sempre dire quando qualcuno ammette di non amare i tatuaggi.
No, no, ma su gli altri mi piacciono molto, è su di me che, boh, non so.

E già da questa cosa dovevo capire le prime avvisaglie.
Sì, che non ero poi così tanto contro il sistema.
Sarò un genio ribelle, mi dicevo, poi col tempo ho capito che di genio avevo ben poco.
Ma credevo mi rimanesse il ribelle.
E invece,

un bel giorno mi sveglio, un giorno che sembrava davvero come tutti gli altri, faccio colazione, mi preparo, normale, tranquilla, poi dopo un po’ sento mia madre dire ad un mio amico,

“portati un golfino ché la sera fa freddo”.

E non era la voce di mia madre, era la mia.

Quindi niente ragazzi, la trasformazione è ormai completa.

blog umoristico, umorismo, LOL, mamma, madre, rita, tuttavitarobi, no, ribelle, alternativa
immagine Tumblr

Se questo Post ti è piaciuto puoi condividerlo con i tuoi amici e mettere mi piace alla mia pagina Facebook. Se anche tu credevi di essere un alternativo e invece sei tua madre commenta pure qui sotto.