martedì 16 dicembre 2014

Per le vacanze di Natale

Ai miei amici ho detto che lavoro. Lavoro sempre. Senza sosta. Mi spiace.
Ai colleghi del lavoro ho detto che uscirò a divertirmi coi miei amici.
Ai condomini che sono in vacanza, quindi niente riunione per me, non so quando tornerò.

All’associazione “atei convinti” che mi sto riavvicinando alla fede.
A quelli della parrocchia che ho in programma una setta satanica.

A quelli della piscina che vado al MacDonald.
Al mio rosticciere di fiducia che sto provando a diventare vegana.
E ai vegani ho detto che non stanno salvando il pianeta: creano solo problemi quando andiamo al ristorante in gruppo. Ma questa è un'altra storia.

Ad uno sull’internet ho detto che andrò a casa dei miei genitori e starò in famiglia.
Ai miei genitori che starò da uno che ho conosciuto sull’internet.

In realtà io sono sul divano. E ci starò tutte le vacanze.

Ed è lì che mi ritroverete fino al 6 gennaio. Quindi vi faccio gli auguri già da adesso: ci rivediamo ad anno nuovo. Forse. Ci devo pensare. Ciao a tutti. 


martedì 9 dicembre 2014

Cosa bolle in pentola

Ve l’ho detto no, che ho cambiato casa e non vivo più coi miei?!
Bene, quello che non sapete è che adesso mia madre ha cominciato a minacciarmi e lo fa sempre nella stessa maniera: “Robi, ti mando su l’insalata di riso”.

Già, se l’aveste mai assaggiata sapreste di cosa parlo: l’insalata di riso di mia madre è una cosa che boh, non si riesce nemmeno a spiegare. Potrei dire cattiva ma la sminuirei. Davvero.
L’insalata di riso di mia madre non è solo cattiva.

Poi riesce a farla sempre più cattiva.

Io ogni volta penso “okkey, peggio di così non la può fare” e invece mi sorprende sempre che in un certo senso è pure una cosa positiva: posso dire che mia madre in cucina mi sorprende sempre.

Dovete capire che ogni volta che entro e faccio,
“mmm, cosa bolle in pentola?!”, so già che visto che la pentola è quella di mia madre ci sarà qualcosa di grosso. E che ha sofferto molto. E forse non è nemmeno tanto morto. 

Non fraintendetemi: lei si impegna davvero un sacco ma niente, è un amore a senso unico. Però non demorde: per lei la cucina è come una missione impartitale dall’alto,

“uomo, tu lavorerai con fatica. Donna, tu partorirai con dolore. E tu invece Rita, cucinerai”.

E poi è sempre lì che sperimenta, e fa, e si impegna, e mi cucina di tutto davvero,

“Robi, prendi quel piatto cupo che mamma ti versa il minestrone".

E con cupo con lei si intende triste. 

Però quando fa le minestre sono quasi felice, ché io ho paura di poche cose nelle vita e quelle poche sono le polpette di mia madre. E quando mi chiamava e mi diceva “guarda che stasera ho fatto la minestra” io ero contenta e ringraziavo che non avesse fatto le polpette.

E allora voi a questo punto direte, 
“ma cucinati da sola” e io vi rispondo “calmi tutti” perché c’è solo una persona che cucina peggio di mia madre e quella persona sono io quindi, 
“grande mamma, sei la migliore mandami su l’insalata di riso ché già so che per oggi non mi sono preparata nulla”. <3

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martedì 2 dicembre 2014

Per fare un tavolo

I miei genitori sono tornati da un corso di messaggi subliminali e mi hanno detto che c’è un appartamento in affitto qui a due passi.

E quindi li ho fatti contenti. Tra l’altro me ne sono proprio andata in un’altra città: lo dico anche per rispondere a tutti quelli che mi fanno, preoccupati,
“Roberti’, che fai? Non ti si vede più!”,
è che me ne sono andata a Bologna,

che poi dopo anche a Bologna mi dicano 
“mo, Roberta, mo cosa fai? Mo non ti vede mica più”, da leggere con tipico accento bolognese, è un altro discorso.

Comunque niente, sono andata all’Ikea perché in ogni nuova cosa, io parto col fare shopping. E poi sì, dovevo comprare dei mobili nuovi. 

Per il letto ho fatto coi bancali che mi ha regalato Silvia che io lo voglio ripetere anche qui, è la numero uno :)
I bancali tra l'altro sposano bene il mio essere radical chic con il mio non avere veramente una lira. È venuto benissimo, che nemmeno io credevo potesse venire così bene, in più è pure comodo, che per un letto è una cosa molto positiva, no?!

Ma per il tavolo non ho potuto. In realtà sono stata tanto senza tavolo. Almeno un mese. Che non è un tempo molto lungo ma solo se hai un tavolo. 
Solo quando non hai un tavolo capisci quanto è importante un tavolo. 
Che senza letto non ci puoi stare lo sai anche senza provarci ma senza tavolo ti rendi conto solo quando non ce l’hai il tavolo.
E quindi son andata all’Ikea. Di sabato pomeriggio. Una cosa ammissibile solo se hai un fidanzato. E lo odi. 

Quando vai all’Ikea capisci due cose,
c’è gente più brutta di te che si fidanza e c’è sempre qualcuno coi capelli più sporchi dei tuoi. Sempre.

E l’ho comprato il tavolo. Semplicissimo e lineare perché poi quando vai all’Ikea c’è quella cosa che i mobili te li devi montare e quindi meglio andare sul facile.
Così l’ho preso, son andata a casa e ho iniziato a montarlo.
Un disastro, con tutte quei disegnini, stavo per mandare tutto all’aria quando poi ho iniziato a seguire le istruzioni della canzone “per fare un tavolo”.

E niente, ha funzionato.

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