martedì 19 marzo 2013

Oggi vi voglio dare un consiglio, così è più semplice


Oggi vi voglio dare  un consiglio: se avete bisogno di un consiglio non venite a cercarmi. 
No. Davvero. Non sono in grado.

In verità non è che non so dare consigli. Di sicuro non mi troverò mai nella situazione di,
- Secondo te è freddo? Che faccio Robi, la prendo la maglia?
- Be', considerando che sono le due del pomeriggio e che rientreremo fra poco. Senza dimenticare poi che siamo in Agosto e che fuori saranno quaranta gradi. Vediamo un po'. Ehm. Be' sì, prendila la maglia.

Se fosse così sarebbe tutto più semplice: potreste solamente fare il contrario di quello che dico.
Potrei essere di aiuto alla società, già mi vedo, io, guru di questo nuovo millennio
- Robi, le nostre azioni stanno subendo un ribasso importante. Che facciamo, vendiamo?
- No. Per l'amor di dio, no. Non vendete.
- Okkey, vendi tutto.
Elementare. 

No, la verità è che io non ho consigli da dare.
Il più delle volte non so proprio cosa penso. 

Una volta un professore mi ha messo davvero in difficoltà, scoprendo questo mio punto debole. Ancora lo ricordo come se fosse ieri.

Primo Liceo Scientifico, ora di religione.
- Adesso ragazzi cominciamo a conoscerci un po'. Roberta, iniziamo da te, perché non ti descrivi un po', chi sei, cosa fai?
- Be' io. Io non so. Io non so proprio cosa dire.
- Mah, perché non ci racconti un po' del tuo carattere?
- Del mio carattere? Be' io. Io non so. Io non so proprio cosa dire.
- Eh, che ne so. Per esempio, ti voglio aiutare, sei una persona decisa o indecisa?
Credo di essere stata in silenzio per due ore. Senza esagerare. Poi ho iniziato
- Decisa. Sì, insomma, abbastanza. Abbastanza decisa, sì. Un po' indecisa e un po' no. Forse sarebbe meglio che dicessi indecisa. Sarebbe più giusto. Sì forse indecisa sarebbe meglio. Penso mi descriva meglio. Indecisa. Assolutamente indecisa. Be' magari indecisa e basta, toglierei assolutamente. Ecco indecisa e basta. Cioè che poi...

E sarei andata avanti ancora per molto se il professore non mi avesse spedito dal Preside: era sicuro lo stessi prendendo in giro. Che poi io dico, non le fare le domande se non vuoi che ti si risponda. E non vi racconto come è andata dal Preside che è meglio: sono stati anni duri per me, dopo la Montessori questi educatori son sempre lì a chiederti "cosa ne pensi di". 
Per me è stato davvero un sollievo in età adulta capire che nel mondo reale a nessuno interessa la tua opinione.

Comunque credo che questo mio stato sia una cosa legata alla capacità di prendere decisioni: è che non è così semplice per me, siamo in parecchi qui dentro.
Sì, insomma, io nella mia testa ho contato almeno 27 diverse personalità e tutte si ripetono: "no, ti prego, decidi tu".

Io non so davvero come fate voi ad essere così sicuri di quello che pensate e poi di agire di conseguenza: io, se posso essere sincera, ogni volta che devo prendere una decisione spero sempre che parta la colonna sonora, sarebbe tutto più semplice.

dare consigli, decidere, Montessori, ora di religione, prendere una decisione

2 commenti:

  1. Buttandola sul serio, mi viene in mente quella bellissima poesia di Marino Moretti:

    Aver qualcosa da dire
    nel mondo a se stessi, alla gente.
    Che cosa? Non so veramente
    perché io non ho nulla da dire.

    Che cosa? Io non so veramente.
    Ma ci son quelli che sanno.
    Io no - lo confesso a mio danno -
    non ho da dir nulla ossia niente.

    Perché continuare a mentire,
    cercare d’illudersi? Adesso
    ch’io parlo a me mi confesso:
    io non ho niente da dire,

    eppure tra tante persone,
    tra tanti culti colleghi
    io sfido a trovar chi mi neghi
    d’aver questa o quella opinione,

    e forse mia madre, la sola
    che veda ora in me fino in fondo,
    è certa che anch’io venni al mondo
    per dire una grande parola.

    Gli amici discutono d’arte,
    di Dio, di politica, d’altro:
    e c’è chi mi crede il più scaltro
    perché mi fo un poco in disparte;

    qualcuno vorrebbe sentire
    da me qualcosa di più.
    “Hai nulla da aggiungere tu?”
    “Io, no, non ho niente da dire.”

    E’ triste. Credetelo, in fondo,
    è triste. Non essere niente.
    Sfuggire così facilmente
    a tutte le noie del mondo.

    Sentirsi nell’anima il vuoto
    Quando altri più parla e ragiona.
    Veder quella brava persona
    imporsi un gran compito ignoto.

    E quelli che chiedono a un tratto:
    “Che avresti tu detto al mio posto?”
    “Io…Non avrei forse risposto…
    Io…mi sarei finto distratto…”

    Non aver nulla, né mire,
    né bei sopraccapi, né vizi;
    osar fino in mezzo ai comizi:
    “No, sa? Non ho niente da dire.”

    Ed esser creduto un insonne,
    un uomo che veglia sui libri,
    un’anima ardita che vibri
    da tutto uno stuolo di donne.

    “Mi dica, sua madre che dice?
    Io so dai suoi libri che adora
    sua madre. Nevvero signora?
    nevvero che è tanto felice?

    Un figlio! Vederlo salire,
    seguirne il pensiero profondo…”
    ed io son l’unico al mondo
    che non ha niente da dire.

    http://chinonmuore.wordpress.com/

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    1. Non la conoscevo ed è veramente bellissima.
      Grazie mille di averla condivisa qui.

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