martedì 25 dicembre 2012

Che bello il Natale


Che bello il Natale.
A me piace il Natale.
Tutti a dire che le feste sono noiose, che ormai è solo consumismo.
E invece a me piace il Natale.

Il motivo è forse uno solo: a Natale torno a casa dai miei genitori.
Tutto il resto dell'anno lontani e a Natale ci si rivede tutti.
Il Natale per me vuol dire famiglia. 
Che bella, la famiglia. È una vera fortuna.
Una settimana intera, se non di più. 
E stiamo sempre insieme. E li ho tutti per me.

Posso parlare con mio padre:
- Allora Roberta come va questo lavoro? È da parecchio che sei lì, ancora non cambia niente? Se avessi accettato quell'offerta di quel mio amico a quest'ora avresti già una casa. Ma io non mi voglio intromettere.
- Eh già.

Rivedo mia madre:
- Hai tagliato i capelli?
- Sì, mamma. Ti piacciono?
- No. Ma sei ingrassata dall'ultima volta o sbaglio?
- Eh non saprei. Credo di no.
- Saranno quei capelli, ti fanno grassa.
- Eh già.

Poi, sempre insieme, andiamo a trovare i parenti di mio padre: lo sapevate che son tutti sposati con figli? Io sì. 
Poi passiamo da quelli di mia madre, una famiglia molto particolare la loro: sono tutti laureati col massimo dei voti. In medicina. E hanno un buon lavoro. A tempo indeterminato. Tutti. Anche l'ultimo arrivato, Giacomo, sei anni, un vero e proprio genio, la sua storia è finita sui giornali, forse ne avrete sentito parlare.
E tutti si interessano di me, della mia vita e mi domandano cosa faccio che sai non ci vediamo mai e dobbiamo recuperare.

Ecco perché a me piace il Natale, perché vuol dire famiglia e stiamo tutti insieme ed proprio a  Natale che mi ricordo di quanto sono fortunata io, ché li rivedo solo a Natale.

Buon Natale a tutti ragazzi :)

Natale, auguri, feste, famiglia, Buon Natale

martedì 18 dicembre 2012

Le prime due apocalissi sono state un flop


Non aspettatevi molto da questi Maya.
No, ve lo dico per esperienza: 
questa è la mia terza fine del mondo
le prime due sono state un flop e se tanto mi dà tanto, anche questa non sarà da meno.

La mia prima apocalisse è stata nel 2000, non avevo ancora compiuto 18 anni, ero giovane ed ingenua. 
Capodanno del 2000 e tutti la aspettavamo da sempre.
Colpa della Scuola che ogni volta ricomincia dal Medioevo e dalla paura dell'anno Mille senza arrivare mai ai giorni nostri, forse è per questo che sappiamo tutto sulla portata distruttiva della peste bubbonica e niente, nemmeno una parola, su 14 anni di governo Berlusconi. Ma tant'è. Eravamo innocenti e spaventati, ci ripetevamo "eh, ti immagini, gli antichi si sono sbagliati: non era l'anno Mille ma questo qui?". 
E così abbiamo affrontato questo vuoto cosmico in bilico fra la paura per una fine imminente e dolorosa e il sollievo di non dover fare i compiti per le vacanze, perché sotto sotto ci credevamo un po' tutti che dovesse accadere. 
Adesso questa cosa può far sorridere ma allora no. 
Era la fine degli anni '90 e vestivamo con pantaloni anni '70. 
La crisi c'era già ma nessuno ci credeva. 
C'erano gli sms ma si pagavano e i cellulari avevano i tasti. 
Non c'era l'internet. Cioè c'era, ma non era così: 
"ci siamo conosciuti online" equivaleva a dire "sì, sto uscendo con un serial killer".
Non c'era Facebook e i Social Network in generale: lo so, sembra strano che si potesse vivere anche senza ma tant'è, la fine del mondo non arrivò. 

La mia seconda apocalisse è stata quella del Maggio scorso, più recente e repentina.

I giornalisti l'avevano annunciata non senza un certo sarcasmo, in Marzo.
"Il mondo non finirà il 21 Dicembre" avevano titolato, e noi avevam tirato un sospiro di sollievo ché infondo a questa vita siamo tutti un po' legati. 
Per poi proseguire: "gli scienziati hanno fatto male i conti, finirà in Maggio"

Ma come Maggio?! Ma è troppo presto, Maggio: uno non ha il tempo di fare niente in un mese. E allora pensi a tutte quelle cose veramente alternative che avresti voluto fare ma che non hai mai fatto: il Cammino di Santiago, la cameriera a Londra, iscriverti ad un corso di cucina o di fotografia a scelta, saltare le lezioni del corso di cucina e di fotografia a scelta. 
Cioè, magari le puoi fare in un mese ma devi sbrigarti. Davvero. Sveglia.

Ma tant'è, avete fatto bene se non vi siete disperati troppo, niente di fatto nemmeno questa volta e infatti dopo Maggio è arrivato Giugno, poi Luglio ed Agosto con il suo caldo infernale. E poi Settembre, Ottobre, Novembre e con esso la mia vecchiaia nel vedere bei giovanotti in Jeans stracciati e riuscire solamente a pensare 
"ma non hai freddo?! Copriti, ti prego".

E quindi ve lo dico per esperienza, non aspettatevi niente da questa fine del mondo, non aspettatevi niente da questi Maya: infondo se non sono nemmeno riusciti ad arrivare al 2012 qualcosa vorrà pur dire. 
Anzi dovremmo prenderlo come monito: 
mai accettare lezioni sulla fine del mondo da chi si è già estinto.

apocalisse, Maya, fine del mondo, flop

martedì 11 dicembre 2012

Il regalo di Natale


Ho già comprato il regalo di Natale per mia madre e conto di farle una gran bella sorpresa. 
Ah quest'anno sarà proprio contenta.
Io che di solito non so mai cosa fare e mi riduco all'ultimo momento, quest'anno ho avuto una vera e propria illuminazione: il regalo perfetto per mia madre l'ho sempre avuto davanti agli occhi e non me ne sono mai accorta. 
Una grande illuminazione, come vi ho ho detto, e non siamo ancora a metà Dicembre.

Non so da voi come funziona ma da me, albero e Presepe si fanno l'8 ed è proprio guardando quest'ultimo, il Presepe, che mi è venuta l'idea.
- Mamma, abbiamo un problema- ho pensato.
Okkey, manteniamo la calma, ma a guardarlo bene il bambinello è talmente più grande rispetto a tutti gli altri personaggi che non mi stupirei se appena ci distraiamo un attimo accoltella il bue, accende un fuoco nella mangiatoia e si sfama proprio lì, davanti ai re magi, che a quel punto potrebbero anche intimorirsi un po', penso io.

Comunque a guardarlo bene tutto il Presepe è un'accozzaglia spaventosa. Passi per le sorpresine della Kinder, i paciocchini e tutte quelle altre cose che generalmente si ritrovano sparse nel Presepe di ogni buona famiglia ma, davvero, le dimensioni, sono tutte sbagliate. Ora, io non sono del settore ma così non può proprio andare: zampognari enormi che abitano in case minuscole, pescatori dieci volte più grandi dei laghi in cui lanciano l'esca, pecore mastodontiche, pastori microscopici. E cose così insomma.

Ed eccola, finalmente, l'illuminazione di cui vi parlavo: tutto questo che vedo davanti ai miei occhi che potrebbe essere preso ad esempio come la traduzione natalizia di "le dimensioni non contano" altro non è che il segnale lanciato da mia madre affinchè le compri un Presepe nuovo. Quello in ceramica. Quello di una famosa ditta che basta dire il nome. Quello che ogni volta che passiamo davanti al negozio mi dice - che bello questo Presepe, questo qui rosso. Che ne dici Robi, starebbe bene al posto del nostro che oramai è vecchio e da buttare?! Mammamia cosa darei per averne uno. Venderei un figlio se potessi. No vabbé, era per dire, non prendertela a male e poi al limite a te ti tengo, scambio tuo fratello. Comunque, mi piacerebbe tanto riceverlo in regalo-.
Che stupida che sono stata tutti questi anni a non rendermene conto: in ansia fino alla Vigilia non sapendo proprio cosa regalarle quando ciò che le serviva era sotto gli occhi di tutti.
E così quest'anno:
- Eh mamma, chissà, magari Babbo Natale ti ha ascoltato questa volta.
- Nooo Robi, dici davvero?
- Eh non so, vedremo, basta aspettare, no?! Mi sa che quest'anno avrai una bella sorpresa.
- Ahh amore di mamma, non vedo l'ora.

Ho già comprato il regalo di Natale per mia madre e mi sa che lei ha già capito di cosa si tratta, pensa che grossa sorpresa quando scoprirà che è un libro "Prospettiva: le regole, la pratica".

Regalo Natale, Presepe, Natività, Madre



martedì 4 dicembre 2012

Io sbaglio le conclusioni


- Ah, che barba.

Ma non nel senso di
- ah, che noia.
Nel senso di
- ah, che bella barba che hai.

Eh sì, lo devo ammettere: mi piace la barba,
è un mio punto debole.
Prendi un tipo qualsasi, se è brutto anche meglio.

Ecco sì, prendi un tipo brutto e a me sarà del tutto indifferente.
Cioè, ci parlo ma niente di più, se lo incontro per strada posso anche salutarlo ma finisce lì, sì insomma, sono quel tipo di persona che, oddio non mi viene la parola, aspetta, com'è che dite voi?! 
Ah sì, superficiale.
Ecco, proprio così, sono una persona superficiale e di sicuro non sono pronta per qualsiasi tipo di rapporto che non si basa sull'aspetto fisico. Che ci posso fare?! Mi devo accettare così come sono.

Comunque dicevamo, prendi un tipo brutto, mettigli una barba addosso e voilà, sono già ai suoi piedi, totalmente in balia di questo fascino posticcio tanto che mi accorgo di fare cose che senza barba non farei, come ad esempio

ridere a battute che non fanno ridere.

- Robi, la sai qual è la macchina dei radiologi?
- No.
- L'Astra.
- AHAHAHAHAHAHAHAH. Troppo forte questa!

Farmi prendere la mano.

- Sai cosa ci starebbe bene con quella barba? Una pipa. E una giacca di tweed. E un setter inglese. E un caminetto acceso che riscalda l'intero casolare. E un paio di bambini che giocano a campana nel cortile.
- Robi, aspetta un attimo, ho detto che posso farmela crescere un pochino però vorrei continuare a vivere nel 2012.

Soprassedere sul fatto che sia poco igienica e che dentro ci si possa trovare di tutto.

- Ehi amore, aspetta un momento, cos'hai qui? Ah è il biglietto del concerto dei Nirvana: Febbraio 1994
- Ah ecco dove l'avevo messo, grazie amore se non ci fossi tu.

Mi piace la barba e non posso farci niente,
quasi quasi me la faccio crescere. 

Barba, Superficiale, Nirvana