Non
c'è nessuno, anche adesso che siamo praticamente ad Agosto è quasi
deserto: nessun bambino che strilla, nessun adulto che lo rincorre.
Relax più totale, insomma: si chiama montagna.
No,
scherzo, d'estate si va al mare.
Insieme
ad altri milioni di persone, ma si va al mare.
Ed
è proprio per questo motivo che ho deciso di scrivere questa guida
per la sopravvivenza in spiaggia e aiutarvi a riconoscere i vostri
vicini di ombrellone e il loro grado di pericolosità all'insegna del
“conosci il tuo nemico e impara a difenderti”.
Iniziamo.
Al
primo posto della classifica ci sono di sicuro i blogger. Ci tengo a
specificare che con blogger qui intendo l'animale 2.0, il selvaggio
del social network, la belva che ha almeno una fotografia, in cui si
fa una fotografia, tenendo in mano una reflex. Li chiamo blogger
così, per comodità.
I
blogger al mare sono pericolosissimi per la rapidità con la quale si
muovono in spiaggia: giusto il tempo di stendere l'asciugamano,
scattare qualche foto in giro e se ne vanno. Rapidissimi. In
pochissimo tempo la tua "due giorni di completo relax lontano
dagli impegni e dalla famiglia" sarà sulla bocca di tutti.
Tempo
2 ore e riceverete la telefonata di,
vostra
nonna "avevi detto che non venivi a mangiare da me perché
dovevi lavorare ed invece sei al mare, ho visto la foto dei tuoi piedi su
Facebook".
Il
vostro capo "avevi detto che non venivi a lavorare perché
dovevi andare a mangiare dai tuoi nonni e invece sei in spiaggia, ho
visto la foto dei tuoi piedi su Facebook".
Vostra
madre: “ma sei in spiaggia? Ho visto la foto dei tuoi piedi su Facebook. Ma hai
mangiato?”
Quindi
attenzione ai blogger, ripeto, attenzione ai blogger.
Per
fortuna riconoscerli è molto semplice: sono bianchicci, curvi nella
classica posizione di chi ha sempre in mano un telefonino e guardano
sempre il telefonino che hanno in mano.
L'unica
cosa da fare per sconfiggerli è scrivere nel vostro stato quel
messaggio che conoscete bene tutti,
“qualsiasi persona o ente o agente o agenzia di qualsiasi governo, struttura governativa o privata, utilizzando o il monitoraggio di questo sito o qualsiasi dei suoi siti associati, non ha il mio permesso di utilizzare informazioni sul mio profilo” e così via.
“qualsiasi persona o ente o agente o agenzia di qualsiasi governo, struttura governativa o privata, utilizzando o il monitoraggio di questo sito o qualsiasi dei suoi siti associati, non ha il mio permesso di utilizzare informazioni sul mio profilo” e così via.
No,
fatelo. Davvero. Funziona.
Al
secondo posto troviamo le famiglie numerose. Riconoscerle è facile
perché, appunto, sono numerose. E in più hanno di tutto, creme,
cremine, sdraio, spiaggine, ombrelloni, divani, poltrone, letti a
castello.
In
questo caso l'unica cosa da fare è portare sempre con voi uno spray
al pepe e appena si avvicina un qualsiasi componente della famiglia
tirarlo subito fuori che se vi gira bene vi invitano a pranzo e voi
lo offrite per condire la pasta.
Al
terzo posto entrano di diritto quelli che assomigliano al tuo primo
grande amore. Quelli che "ma guarda quello se non sembra,
aspetta com'è che si chiamava?! Guido, mi sembra. Guido, sì".
Che fai pure finta di non ricordarti il nome di Guido, altrimenti detto "mia imperitura ossessione da quando ho dodici anni, certo che ti presto l'unico foglio protocollo che ho nel giorno dell'esame, macché scherzi?!”
Che fai pure finta di non ricordarti il nome di Guido, altrimenti detto "mia imperitura ossessione da quando ho dodici anni, certo che ti presto l'unico foglio protocollo che ho nel giorno dell'esame, macché scherzi?!”
Guido,
no? E giù, depressione a non finire, che in questi casi ti chiedi se
non sia un segno tutta quell'acqua che hai davanti a te. È il mare. Ah già.
Quindi
tenetevi lontani da quelli che assomigliano al vostro primo grande
amore, di solito riconoscerli è facile: sono quelli che proprio non
vi calcolano.
Poi
c'è il fisico che, ahimè, non è chiamato così per la prestanza,
ma per la laurea in Fisica, appunto.
Attenzione
ragazzi perché il fisico al mare vuole spiegare tutti i fenomeni
presenti in questo suo nuovo habitat per cui è davvero
pericolosissimo, da quando lancia le meduse per vedere se le loro proprietà urticanti si inibiscono in aria a quando attacca chiavi
arrugginite agli aquiloni facendo la danza della pioggia.
Va comunque detto che la dannosità del fisico decade all'ora del bagno quando vorrà dimostrare il principio di Archimede
“un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso l'alto pari al peso del volume del liquido spostato", insomma, in poche parole, galleggia. Ma non lui: il fisico, al mare, affonda.
Va comunque detto che la dannosità del fisico decade all'ora del bagno quando vorrà dimostrare il principio di Archimede
“un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso l'alto pari al peso del volume del liquido spostato", insomma, in poche parole, galleggia. Ma non lui: il fisico, al mare, affonda.
Infine,
all'ultimo posto delle nostra classifica de "le persone che non
vorresti mai incontrare in spiaggia", entrano a pieno titolo le
professoresse in pensione.
Dai,
siamo seri, chi ha mai pronunciato la frase
“oh, lo sai chi ho incontrato al mare? Quella di Latino, la Buzzanca. Eh, dopo tutto questo tempo, quanto son stata contenta”?!
Nessuno. Perché nessuno è contento di rivedere la Buzzanca, sul bagnasciuga, a Luglio. Nessuno.
“oh, lo sai chi ho incontrato al mare? Quella di Latino, la Buzzanca. Eh, dopo tutto questo tempo, quanto son stata contenta”?!
Nessuno. Perché nessuno è contento di rivedere la Buzzanca, sul bagnasciuga, a Luglio. Nessuno.
Ma
anche in questo caso non potete sbagliare, le professoresse in pensione
al mare le riconoscete subito: sono quelle che io, in macchina, cerco
di investire.
Immagine di Jonas Bendiksen
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