L’ho vista da lontano quella macchinina strana proprio in mezzo alla mia via.
Andava piano tanto che ho cominciato a rallentare.
“Guarda tu adesso questa quanto tempo mi fa perdere eh”.
Rallento. Rallento. Rallento ancora un po’ ed ecco, sono proprio dietro di lei.
Macchina strana, targa gialla, lo sapevo.
Niente, va piano. Pianissimo. Cinquanta chilometri orari.
Imbocchiamo una strada con l’obbligo dei trenta e lei che fa?
Va ai trenta.
Da non credere.
Io sempre dietro.
Prima rotatoria e lei mette la freccia. Sia per entrare che per uscire.
Che io dico “è una rotatoria: chissà che devi fare? Entri ed esci. Semplice. Non servono le frecce".
Poi, vicino ad una scuola rallenta ancora un po’.
Ma Darwin l’ha mai studiato questa qui? Se rallenti la selezione naturale se ne va a quel paese. Ma io non so eh.
Davanti a noi adesso c’è pure una bicicletta.
“Eh supera, no!? Chissà che aspetti?! Anche se siamo in curva, tanto si vede che non arriva nessuno, supera, dai”.
Niente. Stiamo dietro.
Poi arriviamo alle strisce pedonali.
La macchinina strana con la targa gialla rallenta e si ferma per far passare i pedoni.
Loro si guardano un po’ spaesati: non sapevano davvero che fare.
E si indicano come a dire “io? Posso passare io? Sei sicura?”.
Alcuni hanno l’aria un po’ torva come a pensare,
“guarda te che questa che si è fermata adesso fa succedere un incidente, guarda tu eh”, però poi alla fine attraversano lo stesso.
Io ancora dietro la macchinina strana con la targa gialla sono davvero senza parole:
questi stranieri vengono a casa nostra e vogliono fare come dicono loro.
Immagine Tumblr
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