martedì 24 settembre 2013

Le recensioni di tuttavitarobi #2 (visti e letti per voi)


Allora ragazzi in questo clima di incertezza generale mi sono proposta per la seconda volta di produrre (la prima è qui) qualcosa di veramente utile in questo blog ed ecco quindi questo mio post (secondo forse di una lunga seria o forse no) dove commento e recensisco romanzi, opere cinematografiche e trasmissioni televisive che hanno maggiormente influenzato la mia esistenza.
Una sorta di "visti e letti per voi". Iniziamo.


Guardo tutti questi svitati e mi sento meno sola.
qualsiasi programma su Real Time


Ok, ci sto. Tu muori pure veloce.
Lentamente muore Martha Medeiros 
(erronemente attribuita a Pablo Neruda)


Se è davvero così grande come dicono perché continua a portare quei ridicoli occhiali e non si cura quel suo difetto alla vista?
Harry Potter JK Rowling


Ottomila pagine per spiegare quella sensazione del "non farcela nella vita". Easy Marcel, ho presente.
Alla ricerca del tempo perduto Marcel Proust



È tutto così poco igienico.
Jersey Shore MTV


Secondo me l'ha presa un po' alla lontana.
How I Met Your Mother CBS


Avrebbero dovuto farla finita sette serie fa. Perlomeno.
The Simpson Matt Groening


Michela, io credo di amarti.
Accabadora Michela Murgia



Certo che sti ragazzini per andare in tv se le inventano tutte.
16 and pregnant MTV


Oh se devo dire la verità io l'ho letto e mi è piAHAHAHAHAHAHAH”
Bianca come il latte rossa come il sangue 
Alessandro D'Avenia


Con due sole serie ho visto più volte le tette della Dunham delle mie.
Girls MTV


Va bene, potrai anche aver scritto il romanzo più importante della letteratura del ventesimo secolo ma se oggi non hai un blog non sei nessuno.
Ulysses James Joyce


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martedì 17 settembre 2013

Anvedi, ao, a saperlo prima, ao


Con il passare del tempo, qui, ridendo e scherzando ho scoperto un rimedio infallibile per ovviare a quella sonnolenza tipica del primo pomeriggio.

Avete presente quando, verso le due di pomeriggio, ti prende quella stanchezza che non si capisce bene se è sonno oppure morte? 
Che sai benissimo che sono le due e alle due e cinque dovrai pulire la cucina, andare al lavoro, passare a prendere i bambini a scuola, iscriverti a danza medio-orientale, tradurre la versione di latino e oggi ti è andata bene che non piove, ma lei è sempre lì e non se ne va. 

La sonnolenza.

Quella che pensi,
"okkey, adesso mi ci vuole un caffè. Con dentro un altro caffè. Con dentro un altro caffè. Con dentro la cocaina, altrimenti non mi sveglio".

Quella che all'affermazione "dormirai quando sei morto", ti fa rispondere "va bene, muorimi allora".

Ecco, io ho trovato il rimedio.

Sì, lo so che di questi tempi parlare di rimedi fa sempre pensare a qualcosa di marcio, qualcosa che poi alla fine non funziona, qualcosa sulla scia di "macché davero, davero?

Ma questa volta no, questo è un rimedio che ho testato io stessa. Personalmente. 

Era domenica pomeriggio, subito dopo mangiato.

C'è da dire che quindi ero anche in una situazione estrema perché si sa che la domenica si mangia sempre un po' di più degli altri giorni: c'è più tempo, c'è più spensieratezza, si sta tranquilli, in famiglia. 
Ecco, poi nel mio caso la domenica c'è proprio una famiglia, la mia, che mi cucina quindi mangio di più. E si sa che la sonnolenza agisce proprio quando hai lo stomaco pieno. Anche quando hai lo stomaco vuoto può succedere una cosa molto simile ma in quel caso si chiama "svenimento" ed io, devo dire la verità, non l'ho mai provato con queste modalità.

Quindi, ricapitolando, è domenica pomeriggio, abbiamo appena finito di mangiare ed ecco che la sento arrivare, la sonnolenza. 

Sei lì, sul divano, i tuoi non ti vedono mai e allora ti domandano,
"che hai fatto, Robi? Che hai pensato? Che hai mangiato? Che hai comprato?"
E questa sonnolenza che all'inizio percepivi a malapena, diventa sempre più grande e prende forza e si alimenta proprio con le loro domande.

E tu che non rispondi e vuoi solo alzarti da quel divano, capiranno ti dici. 
Ma no, loro no, non ti lasciano, incalzano, 
"dicci qualcosa, va tutto bene?".

E niente, tu non parli e allora è peggio, iniziano a parlare loro e hanno una cadenza, che non è "una cadenza" è "quella cadenza" e a 'sto punto la sonnolenza si è fatta talmente adulta che ha mangiato, ha bevuto e adesso ha sonno pure lei e ti chiede se le puoi far posto sul divano che non ci sta.

Bene miei cari, dite addio a quella sensazione di morte pomeridiana perché la sottoscritta qui ha trovato, come vi dicevo poco fa, un rimedio infallibile.

È tutto molto semplice che quando ve lo dirò penserete "ma anvedi tu ao, a saperlo prima, ao", così, alla romana anche se venite da Vigevano. O da Agropoli. O da Mondolfo, come me, che quando l'ho scoperto ho proprio pensato "ma anvedi tu ao, a saperlo prima, ao". 
E poi certo, ognuno ha il suo metodo per metterlo in pratica però tutto rimane sempre molto semplice, sia a Vigevano che a Como, o a Mondolfo. 
Ognuno ha il suo ma più o meno ogni volta assomiglia a questa cosa qui: hai sonno? Dormi.

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martedì 10 settembre 2013

Ogni volta mi ritorna in mente


Succede ogni volta così:
sono in macchina su una strada molto trafficata, 
metti un'autostrada. 
No, un'autostrada no. 

Metti la tangenziale, ecco sto guidando la mia macchina in tangenziale e sono le due del pomeriggio.
Sì, sono le due del pomeriggio e ci sono quaranta gradi all'ombra come minimo che anche io chiusa in macchina con l'aria condizionata mi dico, "Roberta, ma dove vai con 'sto caldo? Ma torna a casa".

Quando in lontananza lo vedo, lui, come un miraggio, il ciclista. 

Ogni volta lui c'è, preciso, determinato, c'è. 
Che se non lo vedo ci penso e mi preoccupo anche un po',

"oh oggi niente ciclista, ah no, no, eccolo, è laggiù: c'è".

Pedala, lento, sotto il sole, deciso.
Subito prima di un suv, subito dopo un camion, in mezzo, a lato, lui.
Vestito di lycra, il ciclista.

Ecco ogni volta che vedo un ciclista in tangenziale con quaranta gradi all'ombra io penso sempre che possa essere un mio ex e mi dico:

"ma guarda tu quel ciclista con quaranta gradi in tangenziale, vuoi vedere che Matteo?!".

Ogni volta così.
È un pensiero fisso, quasi un'ossessione. Ogni volta mi ritorna in mente.

E penso che possa essere lui, Matteo, anche quando vedo un paracadutista.

O un lottatore di cobattimento estremo, sapete quelli che stanno dentro le gabbie? Ecco quelli. Penso che uno dei due, macchiati di sangue che prendono botte, possa essere Matteo.

O quando vedo quella trasmissione di Bear Grylls. 
Avete presente, no? 
Va bene, lo spiego per i non intellettuali: Bear Grylls è quel tipo della televisione che mostra come sopravvivere in situazioni estreme superando tutti i pericoli di questo mondo a noi comuni mortali che lo seguiamo stesi sul divano in pantofole.
Ecco quando vedo Bear Grylls che mangia gli scorpioni vivi oppure che risale un torrente in piena mi dico "ma chi è quel tipo Bear o Matteo?"

E anche ogni volta che vedo quelle trasmissioni dei guinness record e ci sono tutte ste persone che si vogliono far pungere da 785  api o che si mettono in bocca 398 sigarette accese o che ingoiano coltelli e lame o che si fanno 3008 piercing in ferro su tutto il corpo e poi chiedono ad uno di buttare una calamita in una piscina profonda e senza acqua lì vicino. 

Ecco ogni volta che vedo tutta 'sta gente mi dico "ma vuoi vedere tu che è Matteo quello?!".

Ma non perché Matteo andasse in bici. E neanche col paracadute.
Non ha mai seguito la lotta. Non assomiglia per niente a Bear Grylls e di sicuro non è un tipo da record. 

Io quando vedo tutta 'sta gente penso sempre che potrebbe essere lui solo perché era scemo.


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martedì 3 settembre 2013

Genitori


Se ci sono due persone al mondo davvero straordinarie quelle, scansatevi tutti, sono la Rita e Toti, che un giorno si son conosciuti e dopo un po' di tempo che non vi sto a raccontare perché tanto non ci interessa, hanno dato alla luce me. 
Esatto: se ci sono due persone straordinarie al mondo quelle, mi dispiace tanto per voi, sono i miei genitori.

Che bravi. Bravi e belli.
Due genitori fantastici. 
I genitori che tutti i figli del mondo vorrebbero.

Per prima cosa posso dire mi hanno sempre incoraggiata.
Fin da piccola, non avevo compiuto tre anni e già mi spingevano a seguire i miei sogni, anche quelli impossibili. 
E se non ne avevo, perché infondo son sempre stata una persona coi piedi per terra, mi portavano degli esempi per spronarmi.

+ Robi, amore grande nostro, ricordati sempre che puoi diventare ciò che vuoi. Guarda Claudio: vuol fare il portiere e si sta impegnando al massimo anche se tutti dicono che non ce la farà mai.
- Be' sì, bravo Claudio. Vuole fare il portiere mi sembra un'ottima cosa, un buon lavoro. Una posizione tranquilla, tempo indeterminato, sono cose importanti queste. Un lavoro stabile, bravo Claudio. 
+ Ma non il portiere di un palazzo, Robi. Il portiere di una squadra di calcio.
- Claudio? Portiere di una squadra di Calcio? Ma a Claudio manca un braccio.
+ Be' se si impegna vedrai che riuscirà lo stesso, Robi. Niente è impossibile, ricordatelo: puoi fare quello che vuoi.

Poi, col tempo, hanno sempre esaltato le mie capacità con tutti:

+ Ah, nostra figlia Roberta quanto è brava: ha imparato a dire tutti i giorni della settimana senza saltarne nessuno. 

Anche se ad alcuni potevano anche non sembrare così eccezionali.

- Bene, che brava. Va per i trenta vostra figlia,vero?!
+ Sì, sì, esatto, ha trent'anni. Poi adesso sa anche allacciarsi le scarpe da sola, quante soddisfazioni che ci dà.

Ma non è solo questo: più o meno ogni genitore pensa che suo figlio sia un genio.

Loro mi rispettano. Ecco cos'è. Loro rispettano le mie decisioni.
E sono sempre pronti a sorreggermi quando sbaglio.
Ci sono sempre quando ho bisogno di aiuto. 

E mi proteggono.
Mi ricordo che una volta mi hanno difeso a spada tratta, si sono praticamente immolati per me, ed io avevo talmente torto che anche la mia versione dei fatti mi era avversa.
Ma loro no.

Loro hanno sempre avuto fiducia in me, 

hanno iniziato con un
"che brava la nostra Roberta che studia e va bene a scuola"
passando per un,
"che brava la nostra Roberta che non si droga"
costretti ad un,
"che brava la  nostra Roberta che non ha mai ucciso nessuno"
per finire con un, 
"che brava la nostra Roberta che ancora non ci ha fatto fuori, sì, dai, infondo ci vuole bene".

Mi hanno insegnato che cos'è il sacrifico, la costanza, l'impegno, la dedizione.
Mi hanno educato al rispetto degli altri e all'importanza del lavoro e dell'onestà.
Mi hanno fatto ridere. Mi hanno consolato. Mi hanno amato.


Perché poi potrei continuare all'infinito ma l'unica cosa davvero importante che li rende i genitori che tutti i figli del mondo vorrebbero è proprio questa: i miei genitori mi amano. 
Mi hanno sempre amata. E sempre lo faranno. 
Qualsiasi cosa faccia, qualsiasi cosa accada, loro mi ameranno.

E pensare che a me basterebbe quel tipo di genitore che ha la piscina in giardino.

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