martedì 1 ottobre 2013

È il karma

"Ah Sasha?! Che bel nome, Sasha".
Ecco, c'è solo un caso nella vita di qualsiasi essere umano sulla faccia della terra in cui è lecito pronunciare una cosa del genere,
"ah Sasha?! Che bel nome Sasha"
ed è quando Sasha è il nome del figlio o della figlia, non ho ancora capito bene, del vostro capo.
Solo quello.

Succederà più o meno così,
- Ah, allora è nato finalmente! E come l'avete chiamato?
+ Sasha.
- Ah Sasha?! Che bel nome, Sasha.

Una volta solamente e te ne pentirai per il resto della tua vita, perché è una forzatura e tu lo sai.
L'unica reazione possibile a Sasha sarebbe stata,
"ma avete avuto nove mesi di tempo per decidere il nome della povera creatura e alla fine avete scelto Sasha?!"
L'unica.

"Eh sì, volevamo essere originali" continuerà lui.
"Proprio bello, Sasha, originale, sì". dirai tu.

Va be' che anche quelli della tradizione non sono poi un granché. Personalmente sono abbastanza diffidente rispetto a tutti quei nomi il cui significato è "amato da dio", "voluto da dio", "il figlio di dio", "sono il più fico, lo dice dio", che penso sempre 
"anche meno, amico mio, anche meno".

Che poi in effetti l'originalità è importante, avete notato che tutte le bambine adesso si chiamano Emma?
Già mi immagino la scena,

"Emma, scusa, ma ti devo lasciare, è che mi sono innamorato di Emma. Come quale Emma? Emma, l'amica di Emma, quella tipa che sta sempre con Emma. Capito, Emma?".

Oppure anche per quella cosa dei matrimoni gay, sai che confusione,

"Emma, vuoi tu prendere Emma come tua legittima sposa?"
Ah già ma qui siamo in Italia, stiamo tranquilli da questo punto di vista e quando avremo questi problemi i nostri nomi saranno Marziana o Galassia o Vialattea e ci si potrà sposare sulla Luna. 
Ma in Italia no, chiaro.

O come alcuni anni fa: tutte Asia, tanto che una sera ero al pub e ho visto una di queste Asia ordinare un mojito e l'ho proprio pensato,
"ecco, sono arrivate le Asia".

Comunque davvero secondo me questa cosa dei nomi la sottovalutiamo spesso.
Quando ero al liceo per esempio uscivo con un tipo che un giorno mi fa,
"questa sera non possiamo vederci Robi perché sai, devo far compagnia a Zelinda".
E io ho subito pensato "però che bello che è che va a far compagnia agli anziani, che rinuncia ad uscire e divertirsi come farebbe qualsiasi persona della sua età. Quanto è sensibile".
Poi scopro che 'sta Zelinda che io immaginavo già con i bigodini in testa mentre si sta passando la lacca color grigio/fata turchina è in realtà Zelinda Ferri, 18 anni, bionda naturale.
Una Regina George* di un liceo di provincia che le amiche chiamano per nome e cognome,

"le feste in piscina di Zelinda Ferri sono sempre le più riuscite",
"shopping time con Zelinda Ferri",
"I <3 Zelinda Ferri".

E poi le amiche di Zelinda Ferri non si chiamano di certo Veruska. O Morena. O Roberta.
No, Zelinda Ferri esce con Lavinia, Ludovica, Carolina e Carlotta.

E va be' direte voi, fai un figlio e poi chiamalo come vuoi.
Non esageriamo, dico io, e aggiungo, state bene attenti.

Sì perché secondo me c'è quasi una legge non scritta con i nomi.
Un qualcosa che non ti puoi spiegare ma lo percepisci.
Una sorta di karma che regola il mondo e che per ogni qualvolta qualcuno è costretto a dire,
"ah Sasha, che bel nome Sasha",
i genitori di quel Sasha trovano casa vicino a chi ha chiamato Sasha il cane.


*Regina George: la bella e molto popolare del film Mean Girls.


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