martedì 25 giugno 2013

Presente semplice


Chissà che sta facendo adesso Janet.
Se si è laureata.
Chissa se poi con quel, oddio com'è che si chiamava? 
Tim, sì, credo si chiamasse Tim.
Chissà se con quel Tim ha funzionato. Se stanno ancora insieme. 

Janet, quella tipetta spigliata, con i capelli rossi, più alta di Carol ma meno di Laura.
Janet, la ragazzina che sta nella casa dalle finestre marroni ed il tetto verde, sullo stesso lato del fiume, proprio vicino alla farmacia di Ed.
Janet, la protagonista delle Unit di inglese. 

Chissà che fa adesso.

Lei e Tim si sono conosciuti nella prima: erano entrambi amici di un certo John, un bravo ragazzo davvero, tutto preso per la sua chitarra e che sapeva a memoria i nomi di tutti gli strumenti musicali, il piano, l'arpa, il clarinetto, il sassofono, un mito insomma, l'amico che vorresti avere vicino ad ogni festa perché è proprio durante le feste che John ti ricordava i nomi di tutti gli strumenti musicali: una forza! 
Ed è stato John che li ha presentati:
- Janet tu conosci Tim, non è vero? 
- No, non mi sembra.
- Dai, te ne ho parlato: è lui il ragazzo che ha quel bassotuba che ti dicevo al party di Mary.
- Ah, ora ho capito.
- Comunque, Tim lei è Janet. E Janet, lui è Tim.

E da lì han cominciato: prima Tim le ha chiesto il numero di telefono, poi Janet l'ha invitato alla sua festa di compleanno e lui ha passato ben due unità a cercarle il regalo perfetto, un libro.
Janet non ci poteva credere, quel libro era proprio quello che voleva, non come i pattini che le aveva regalato Jenny o la sciarpa di Dustin: era come se Tim la conoscesse da sempre.

E ancora parlavano solo al Presente, il loro cielo era azzurro, il loro prato sempre verde. 
Nessuna preoccupazione per il domani, c'era solo un qui ed un'ora.

"Andiamo al cinema, mangiamo i pop corn, lasciamo la macchina in terza fila, spaventiamo le vecchiette davanti alla statua di Peter Pan ai giardini di Kensington"
tanto non ci sarà nessun domani per aspettare che arrivi una multa o una convocazione in questura, c'è solo un oggi.

Proprio un bel tempo, il Presente. Semplice.

Poi dopo hanno cominciato coi potremmo, dovremmo, sarebbe bello se:

"mi sono divertita ieri sera, dovremmo rifarlo ancora qualche volta, 
potresti chiamarmi uno di questi giorni tanto il mio numero lo dovresti avere"

Un giorno si sono raccontati tutto il loro passato:
l'erasmus per lei, ma quel pezzo lì te lo fanno sempre saltare,
ti dicono solo: Janet era partita per l'erasmus e poi è tornata. Stop. Il resto non si deve conoscere, che tu ci resti  anche un po' male, cioè, ti preoccupi pure e allora domandi:

- Prof, ma Jenet ce l'ha sempre avuto quel tatuaggio a forma di dea Kalì sulla chiappa destra oppure no?
- L'ha sempre avuto, è nata così, ora vediamo che fa Tim.

Eccolo, appunto, Tim, un'avventura per lui con un'amica comune,
anche qui non entrano molto nei particolari comunque da quello che si capisce è stata una cosa davvero di poco conto, però in quel periodo lui e Janet sono usciti solo due volte: lei aveva sempre qualcosa da fare, lezione di equitazione, un brunch con le amiche, festeggiare San Patrizio, interpretare la regina Gertrude nella rappresentazione scolastica dell'Amleto di Shakespeare, ma sotto sotto sembrava esser gelosa.

Certo la vera crisi l'han toccata con l'Imperativo,

"lava i piatti!"
"Pulisci la camera!" 
"Sparecchia!"

Quante se ne dicevano durante l'Imperativo e quanti punti esclamativi usavano.

Son arrivati al Futuro per poco, guardavano le case in affitto, ne cercavano una con tre camere da letto e due bagni ma si sa, i prezzi, la crisi,
Tim non guadagnerà mai abbastanza e Janet non è mai in casa 
e tutte quelle cose lì che conosciamo tutti.

Chissà che fanno adesso.
Se lei è andata a trovare sua cugina in America e se lui ha comprato la sua prima macchina usata da Mario l'italiano, che dalla descrizione non doveva essere un tipo molto raccomandabile. 
Chissà se sono invecchiati insieme come si erano promessi quella sera sulla spiaggia.
Se hanno dei figli. 
Chissà chi deve pagare gli alimenti a chi. 

È che col tempo si complica sempre tutto: dovremmo imparare a parlare solo al presente.

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