martedì 9 aprile 2013

Io cammino da sola


"Oh secondo me non mi chiama. Oggi è martedì, ormai non mi chiama più. Aveva detto che mi avrebbe chiamata lunedì. 
Lunedì della settimana scorsa. Del 2001. 
Secondo me non mi chiama più".

O anche "che gran cazzata che ho fatto, mamma mia" riferito alla maggior parte delle cose della mia vita.

Oppure, e questo è davvero un classico, al discorso che farò quando vincerò il Nobel. Ma non crediate che con questo Blog mi sia montata la testa: il Nobel per la Fisica, non per la Letteratura, sono una persona con i piedi per terra, io.

E altre cose più o meno di questo genere se mai vi foste chiesti a cosa penso mentre cammino da sola.
E in questo periodo cammino spesso da sola: oramai sto diventando come la tipa strana che gira per le vie del mio paese e porta a spasso i suoi cani. Io però senza cani.

A dire il vero, in questo periodo, penso proprio di essere la tipa strana che porta a spasso i cani. 
Non che io sarò come lei un domani ma che io e lei siamo la stessa persona. E che lei viene dal futuro. 
Anche perché mi somiglia un po' e poi una volta, stavo camminando, e la sento che mi chiama: "scusa, hai perso questo" e mi dà il mio portafogli, proprio come se lei lo sapesse già che in quella strada e in quel momento io l'avrei perso. 

Poi porta sempre un cappello di lana e a me fa sempre male la testa e sto cercando una soluzione. 
È sempre sola e io litigo praticamente con tutti. 
Sembra una persona gentile e anche io sembro una persona gentile.
In più ogni volta che ci incontriamo per strada lei mi sorride e ha quello sguardo inequivocabile come a volermi dire: 
"eh, Robina, tu non lo sai ma io sono te". 
Sì, lo so che in realtà quel suo sorriso potrebbe nascondere un 
"ah arieccola questa, ma sta sempre qui? Ma mi segue?".
Perché in effetti potrebbe anche sembrare una cosa da malati. 
E lei potrebbe essere spaventata. 
E potrebbe voler chiamare la polizia. 
Be' in quel caso dirò questa cosa del futuro e che lei e io siamo la stessa persona, così capiranno che sono normale.
E infatti, fregandomene di eventuali denunce e cose di questo tipo, ieri sera l'ho seguita fino a casa. 
E devo dire che ha proprio una bella casa, avete presente quella che disegnano tutti i bambini, tetto rosso, camino, due finestre con la porta in mezzo? Ecco, è proprio così, casa sua. Poi ha il giardino e le deve piacere parecchio perché è molto curato e adesso che è primavera si vede proprio che ci passa parecchio tempo. 
Ho guardato dalla finestra e devo dire che mi piace tutto, ha buon gusto. Solo il divano non mi ha convinto molto per il colore e poi si vede ad occhio che non deve essere molto comodo. Sicuramente me lo deve aver consigliato qualcuno perché a me proprio non piace, chissà dove l'avrò comprato?  Cioè volevo dire "avrà comprato", -chissà dove l'avrà comprato?- lei, non io. 

Meglio che ritorni alla realtà e mi viene anche un po' da ridere, 
"ma vedi cosa vado a pensare?! Lei non posso essere io del futuro, è proprio una cosa assurda: io non me la potrò mai permettere, una casa".
camminare, venire dal futuro, casa, comprare casa

2 commenti:

  1. Questa cosa in effetti sta in piedi, e se fossi in te verificherei meglio: puoi sempre chiederle se ha già vinto il Nobel per la Fisica! ;)

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    1. Ecco, vedi, io a questo proprio non avevo pensato: grazie Rachele, lo chiederò sicuramente :)

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